La Corte Suprema del Senegal ha confermato la condanna per diffamazione di Ousmane Sonko, attuale primo ministro

La Corte Suprema del Senegal ha confermato la condanna per diffamazione di Ousmane Sonko, attuale primo ministro del paese, respingendo il suo ricorso per annullare la condanna a sei mesi di carcere con sospensione condizionale della pena, confermata definitivamente nel gennaio del 2024. Sonko era stato accusato e condannato per aver diffamato l’ex ministro del Turismo Mamé Mbaye Niang. La condanna gli aveva impedito di candidarsi alle elezioni presidenziali nel marzo del 2024, vinte poi da Bassirou Diomaye Faye, che come Sonko faceva parte della coalizione di opposizione Yewwi Askan Wi (Liberare il popolo, in lingua wolof). La recente decisione della Corte ha riacceso il dibattito sull’eleggibilità del leader del partito al governo.
Commentando la decisione del tribunale Sonko ha detto che il caso «non è chiuso», e ha annunciato di voler presentare un nuovo ricorso. Secondo diversi esperti legali, la recente decisione della Corte Suprema non lascia però molto spazio all’annullamento della condanna.
Sonko ha 50 anni e nel 2019 era arrivato terzo alle elezioni presidenziali: è stato arrestato varie volte e poi accusato di diversi reati tra cui incitamento all’insurrezione e associazione a delinquere, causando ogni volta proteste e scontri a Dakar, la capitale, e in altre città del Senegal. Secondo i suoi sostenitori, soprattutto giovani senegalesi, gli arresti e le accuse nei suoi confronti sono motivate politicamente per impedirgli di partecipare alle elezioni. Diventato primo ministro nell’aprile 2024, ha annunciato di aver presentato una petizione al ministero della Giustizia per riaprire tutti i casi che lo riguardano.


