La presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia si è dimessa, in apparente polemica col ministro della Cultura

Chiara Sbarigia, durante la presentazione della settantesima edizione dei David di Donatello a Cinecittà, il 7 aprile 2025 (ANSA/ETTORE FERRARI)
Chiara Sbarigia, durante la presentazione della settantesima edizione dei David di Donatello a Cinecittà, il 7 aprile 2025 (ANSA/ETTORE FERRARI)

Chiara Sbarigia ha dato le dimissioni dal ruolo di presidente di Cinecittà, la società che detiene e gestisce il grande complesso di studi cinematografici a Roma. La società ha detto in un comunicato che Sbarigia ha deciso di dimettersi per dedicarsi ad altri incarichi: Sbarigia è anche presidente dell’Associazione Produttori Audiovisivi (APA). Diversi giornali dicono però che le sue dimissioni sarebbero state sollecitate dal ministro della Cultura Alessandro Giuli.

La richiesta sarebbe legata a un’inchiesta del Fatto Quotidiano secondo cui Sbarigia avrebbe usato alcuni fondi ministeriali – tramite un consulente della sottosegretaria leghista alla Cultura Lucia Borgonzoni – per garantirsi il sostegno della stampa. Attraverso moderazioni di eventi retribuite il consulente – Fabio Longo, portavoce dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – avrebbe espressamente chiesto ai giornalisti di non criticare la gestione di Cinecittà o la stessa Sbarigia (che molti accusavano di conflitto di interessi per il suo doppio ruolo, come presidente di Cinecittà e di APA), e allo stesso tempo di aver dato il via libera alla critica di Giuli.

Il ministero ha comunque smentito questa ricostruzione, anche se le dimissioni di Sbarigia sono state improvvise: sono state annunciate domenica sera tardi, peraltro alla vigilia della visita di Giuli a Cinecittà. In un’intervista di qualche settimana fa Sbarigia criticava il ministro per alcuni ritardi dei fondi pubblici.

Un altro elemento da tenere in considerazione è la crisi di Cinecittà, società che da qualche anno ha avuto un grosso calo di commesse, con un disastroso impatto sul bilancio.