Anche l’Ucraina vuole ritirarsi dal trattato contro le mine antiuomo per difendersi dalla Russia: è il sesto paese europeo in pochi mesi

Un soldato durante un'esercitazione per la ricerca di mine antiuomo nel terreno (AP Photo/Armando Solis)
Un soldato durante un'esercitazione per la ricerca di mine antiuomo nel terreno (AP Photo/Armando Solis)

Domenica il presidente dell’Ucraina Volodimyr Zelensky ha firmato un decreto per il ritiro del paese dalla Convenzione di Ottawa, che vieta l’uso, la produzione e l’accumulo delle mine antiuomo. È il principale trattato internazionale che limita questo tipo di armi. Affinché il ritiro diventi effettivo servirà comunque anche l’approvazione del parlamento ucraino.

È il sesto paese europeo a comunicare una decisione di questo tipo in pochi mesi: sabato aveva detto di essersi ritirata la Lituania, e prima ancora lo avevano fatto Estonia, Lettonia, Polonia e Finlandia. Questi paesi hanno in comune la vicinanza geografica con la Russia, paese che non ha mai aderito alla Convenzione, e che quindi è in grado di produrre e usare le mine antiuomo. L’Ucraina aveva ratificato la convenzione nel 2005, e il ministero degli Esteri ha spiegato che la decisione è stata presa proprio perché la Russia ha dimostrato di farne ampio uso nella guerra in corso dal 2022.

Le mine antiuomo sono un’arma particolarmente criticata perché senza complesse e costose operazioni di bonifica rischiano di rimanere per decenni nel terreno e causare morti e feriti fra i civili che passano inconsapevolmente in una zona minata. Fra i paesi che non aderiscono alla Convenzione di Ottawa ci sono anche gli Stati Uniti.