L’accordo dei paesi del G7 per escludere le multinazionali statunitensi dalla famigerata tassa minima sui profitti
Ed evitare così le ritorsioni promesse dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump

I paesi del G7 – la riunione dei capi di Stato e di governo di sette tra le democrazie più influenti al mondo, tra cui l’Italia – hanno raggiunto un accordo per escludere le aziende statunitensi dal pagamento della tassa minima globale sui profitti delle grandi multinazionali, conosciuta anche come global minimum tax.
L’intesa serviva a evitare la ritorsione promessa dall’amministrazione di Donald Trump, che voleva introdurre alcune revenge tax, come le aveva definite il presidente: cioè “tasse di vendetta” contro le aziende che fanno affari con gli Stati Uniti e che provengono da quei paesi che applicano la global minimum tax (per esempio gran parte di quelli dell’Unione Europea, tra cui l’Italia). La proposta è attualmente in discussione al Senato, dove i Repubblicani hanno la maggioranza e dove quindi sarebbe passata con ogni probabilità.
La global minimum tax è un’imposta minima del 15 per cento sui guadagni delle grandi multinazionali, la cui introduzione fu decisa dalla comunità internazionale nel 2021 dopo anni di trattative. È entrata in vigore solo lo scorso anno, con l’obiettivo di limitare l’elusione fiscale di quelle aziende – perlopiù le grandi società tecnologiche statunitensi – che fino ad allora avevano pagato tasse irrisorie spostando la loro sede in paesi in cui veniva loro promesso un trattamento fiscale di favore (come per esempio in Irlanda e Lussemburgo). La global minimum tax serve a fare in modo che queste non paghino mai imposte sui profitti inferiori al 15 per cento.
Non è ben chiaro come funzionerà nella pratica l’accordo raggiunto al G7, che rispetto alla riforma complessiva è stato definito una «soluzione parallela» dalla presidenza, che ora spetta al Canada (gli altri paesi sono Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Francia e Italia): la global minimum tax è applicata in decine di paesi, ma l’accordo sull’esclusione delle aziende statunitensi riguarda solo i paesi del G7.
In più non è neanche chiaro quanto sia vincolante. L’intesa del 2021 su questa tassa era stata raggiunta in origine da oltre 130 paesi – coordinati dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – e dovrà essere chiarito se i contenuti dell’accordo del G7 potranno valere anche senza il loro assenso.



