L’accordo dei paesi del G7 per escludere le multinazionali statunitensi dalla famigerata tassa minima sui profitti

Ed evitare così le ritorsioni promesse dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump

(Luis Miguel Caceres/Getty Images)
(Luis Miguel Caceres/Getty Images)
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I paesi del G7 – la riunione dei capi di Stato e di governo di sette tra le democrazie più influenti al mondo, tra cui l’Italia – hanno raggiunto un accordo per escludere le aziende statunitensi dal pagamento della tassa minima globale sui profitti delle grandi multinazionali, conosciuta anche come global minimum tax.

L’intesa serviva a evitare la ritorsione promessa dall’amministrazione di Donald Trump, che voleva introdurre alcune revenge tax, come le aveva definite il presidente: cioè “tasse di vendetta” contro le aziende che fanno affari con gli Stati Uniti e che provengono da quei paesi che applicano la global minimum tax (per esempio gran parte di quelli dell’Unione Europea, tra cui l’Italia). La proposta è attualmente in discussione al Senato, dove i Repubblicani hanno la maggioranza e dove quindi sarebbe passata con ogni probabilità.

La global minimum tax è un’imposta minima del 15 per cento sui guadagni delle grandi multinazionali, la cui introduzione fu decisa dalla comunità internazionale nel 2021 dopo anni di trattative. È entrata in vigore solo lo scorso anno, con l’obiettivo di limitare l’elusione fiscale di quelle aziende – perlopiù le grandi società tecnologiche statunitensi – che fino ad allora avevano pagato tasse irrisorie spostando la loro sede in paesi in cui veniva loro promesso un trattamento fiscale di favore (come per esempio in Irlanda e Lussemburgo). La global minimum tax serve a fare in modo che queste non paghino mai imposte sui profitti inferiori al 15 per cento.

Non è ben chiaro come funzionerà nella pratica l’accordo raggiunto al G7, che rispetto alla riforma complessiva è stato definito una «soluzione parallela» dalla presidenza, che ora spetta al Canada (gli altri paesi sono Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Francia e Italia): la global minimum tax è applicata in decine di paesi, ma l’accordo sull’esclusione delle aziende statunitensi riguarda solo i paesi del G7.

In più non è neanche chiaro quanto sia vincolante. L’intesa del 2021 su questa tassa era stata raggiunta in origine da oltre 130 paesi – coordinati dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – e dovrà essere chiarito se i contenuti dell’accordo del G7 potranno valere anche senza il loro assenso.