Zohran Mamdani è in largo vantaggio alle primarie di New York
Le elezioni sono ancora lontane, ma il prossimo sindaco potrebbe essere un 33enne socialista e musulmano

Il giovane politico socialista Zohran Mamdani è in largo vantaggio alle primarie del Partito Democratico per scegliere il candidato a sindaco di New York; l’ex governatore dello stato di New York Andrew Cuomo, inizialmente dato per grande favorito, ha riconosciuto la sconfitta. Il risultato non è ancora ufficiale – ci arriviamo – ma il dato parziale è già una grossa notizia: Mamdani, che tanti chiamano soltanto col nome, Zohran, è un deputato statale di 33 anni, musulmano, che si definisce socialista e ha la cittadinanza statunitense dal 2018. Nelle ultime settimane la sua campagna e la sua rimonta avevano attirato grandi attenzioni.
Non ci sono ancora dati ufficiali su chi abbia vinto le primarie perché il sistema elettorale prevede che i candidati – a questo giro erano 11 – siano votati in ordine di preferenza: ogni persona può esprimere una prima scelta, una seconda scelta, eccetera. Se nessuno raggiunge il 50 per cento delle prime preferenze si considerano le seconde, le terze e via dicendo (si chiama voto singolo trasferibile). Con il 92 per cento delle schede scrutinate, Mamdani è stato la prima scelta del 43,5 per cento dei votanti, Cuomo del 36,4 per cento. Il conteggio definitivo delle altre preferenze inizierà martedì prossimo.
La città di New York è saldamente Democratica, e per questo è quasi sempre certo che chi vince le primarie del partito poi venga eletto sindaco; ma ha una storia recente di sindaci moderati o indipendenti e molto apprezzati, come Michael Bloomberg. Vincere le primarie renderebbe sicuramente Mamdani il candidato favorito alle elezioni comunali, ma senza garanzie di vittoria: il sindaco uscente Eric Adams – eletto come Democratico e poi uscito dal partito tra scandali e polemiche – si candiderà come indipendente; anche lo stesso Cuomo potrebbe farlo (commentando i risultati ha detto che dovrà pensare «a quale sia il modo migliore per aiutare il partito e la città»). Le elezioni saranno a novembre.
Mamdani è iscritto sia al Partito Socialista Democratico che al Partito Democratico, e ha avuto il sostegno del senatore del Vermont Bernie Sanders e della deputata Alexandria Ocasio-Cortez, anche lei eletta a New York, i principali leader della sinistra del partito. Aveva fatto una campagna elettorale molto brillante sui social media e ricca di idee e iniziative in città, nel tentativo di portare a votare persone che non lo avevano mai fatto (l’affluenza è effettivamente cresciuta rispetto alle scorse primarie).
I sondaggi precedenti al voto davano Cuomo in largo vantaggio tra le persone afroamericane e nei quartieri popolari, storicamente vicini alla classe dirigente del Partito Democratico, mentre Mamdani più avanti tra i bianchi e i laureati; l’aumento dell’affluenza potrebbe aver rimescolato le cose. Cuomo è molto impopolare, soprattutto per come lasciò l’incarico di governatore, accusato da più donne di molestie sessuali; dalla sua parte aveva soprattutto l’esperienza di governo, e infatti aveva spesso accusato Mamdani di non avere il curriculum per amministrare una città come New York. Ma proprio il fatto di essere radicalmente nuovo e diverso da Cuomo e dai politici newyorkesi del passato ha dato a Mamdani una grande spinta.
Tra le altre cose, Mamdani ha promesso di rendere gratuiti i trasporti pubblici di New York per i suoi abitanti, gli asili nido e le scuole per l’infanzia; di bloccare l’incremento degli affitti a prezzi calmierati per i prossimi quattro anni (una proposta a cui Cuomo si opponeva e che riguarda circa 2 milioni di persone) e di investire nella costruzione di oltre 200.000 appartamenti da mettere in affitto a prezzi calmierati; di aprire supermercati gestiti dalla città con beni essenziali a prezzi molto bassi.
Durante la campagna Mamdani ha anche modificato un po’ la sua immagine, indossando più spesso la giacca e la cravatta, e cambiato alcune posizioni nel tentativo di attrarre un elettorato più ampio: nel 2020 diceva che fosse necessario tagliare i fondi alla polizia, mentre in questa campagna ha promesso di lasciarli inalterati ma anche di aumentare le risorse per gli operatori sanitari, il soccorso alle persone senzatetto e la salute mentale, «così che gli agenti di polizia possano dedicarsi a combattere i reati più gravi».
Mamdani è favorevole alla legalizzazione della marijuana – legale da anni in città, ma con qualche problema – e ai diritti delle persone LGBTQ+; sostiene il diritto di esistere dello stato di Israele nonostante le sue posizioni molto dure sulla guerra nella Striscia di Gaza, che ha definito un genocidio: è una cosa rilevante a New York, dove vive quasi un milione di persone ebree. Ma si è concentrato ossessivamente soprattutto sulle questioni concrete della vita a New York, su tutte l’aumento dei prezzi, parlando sempre più volentieri di economia, soldi, tasse e servizi che di politica estera: per questo ha cercato anche di smorzare il significato di alcune sue dichiarazioni – come quando parlò della necessità di «globalizzare l’intifada» – e di dirsi più interessato ai risultati che ai principi teorici.