In Vietnam una miliardaria condannata a morte per appropriazione indebita non sarà uccisa grazie a una riforma del codice penale

Il parlamento vietnamita ha approvato una riforma del codice penale che elimina la pena di morte per otto reati, sostituendola con l’ergastolo. La misura sarà valida anche per le sentenze passate in giudicato, e quindi anche per quella emessa ad aprile del 2024 contro l’imprenditrice Truong My Lan, una delle donne più ricche del paese, condannata a morte per appropriazione indebita per aver sottratto illecitamente l’equivalente di 11,7 miliardi di euro a una banca. Il suo era stato un processo molto discusso nel paese, usato dal governo autoritario del Partito comunista come esempio virtuoso della lotta alla corruzione.
Gli altri reati per cui non sarà più possibile emettere la pena di morte sono il danneggiamento di patrimonio statale, la produzione di medicinali non autorizzati, lo spionaggio, il possesso di stupefacenti, attività che possono mettere a rischio la pace o innescare guerre e attività sovversive.
A questo punto in Vietnam restano 10 reati punibili con la pena di morte, tra cui l’omicidio, il tradimento, il terrorismo, la pedofilia e il narcotraffico. Il governo vietnamita, come altri in questi casi, non rende noto il numero di esecuzioni capitali eseguite ogni anno. Secondo un rapporto dell’organizzazione non governativa Advocates for Human Rights, pubblicato a maggio del 2024, sono centinaia all’anno, tutte eseguite con iniezione letale.
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