In Nigeria è stata avviata un’altra causa contro Shell per ottenere un risarcimento dei danni ambientali

Persone al lavoro dopo la fuoriuscita di petrolio da un impianto della Shell in Nigeria, 16 giugno 2023 (AP Photo)
Persone al lavoro dopo la fuoriuscita di petrolio da un impianto della Shell in Nigeria, 16 giugno 2023 (AP Photo)

Bubaraye Dakolo, il sovrano tradizionale del regno di Ekpetiama, nello stato di Bayelsa, in Nigeria, si è rivolto a un tribunale per chiedere 12 miliardi di dollari di risarcimento (circa 10,4 miliardi di euro) alla multinazionale petrolifera britannica Shell. Dakolo accusa Shell di aver venduto per 2,4 miliardi di euro le proprie attività sulla terraferma a Renaissance Africa, un consorzio di aziende locali e internazionali, senza aver prima rimediato ai danni ambientali causati. I 12 miliardi di dollari richiesti corrispondono al costo stimato che servirebbe per bonificare l’ambiente, smantellare alcune infrastrutture e risarcire le comunità colpite nell’arco degli ultimi anni.

Bubaraye Dakolo, noto come re Agada IV, è anche un attivista per i diritti umani e ambientali. La sua azione è stata sostenuta da diverse organizzazioni non governative nigeriane che da anni denunciano come la Shell abbia gravemente danneggiato l’ambiente e inquinato fiumi e terreni, compromettendo la sopravvivenza di chi vive in quei luoghi. A febbraio a Londra erano iniziate le fasi preliminari di un altro processo che vede opposte Shell e due comunità Ogoni, un’etnia africana che abita la regione del delta del Niger (Nigeria), secondo le quali la multinazionale è responsabile dell’inquinamento del delta avvenuto fra il 1989 e il 2020 e provocato dal petrolio.

La Nigeria è il maggior produttore di greggio del continente africano. Shell opera nella regione dal 1958: secondo dati delle Nazioni Unite, da allora si sono verificati oltre 7mila incidenti e 13 milioni di barili di greggio sono stati riversati nell’ambiente. Da oltre vent’anni gli effetti di questi incidenti si vedono chiaramente soprattutto nell’area del delta del Niger che attualmente è considerata fra le più inquinate al mondo, e per cui è in corso un processo a Londra. La causa intentata da Bubaraye Dakolo coinvolge la Shell, ma anche il ministro delle Risorse petrolifere nigeriano e il dipartimento legato al suo ministero che monitora l’industria petrolifera e del gas per garantirne la conformità alle normative e alle leggi vigenti.

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