Le foto delle due manifestazioni a Roma contro il riarmo e la guerra
Partivano da slogan simili, ma le modalità sono state un po' diverse; la comunità palestinese ha partecipato a entrambe

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Sabato pomeriggio a Roma ci sono state due manifestazioni, per certi versi simili e per altri no: a grandi linee, erano entrambe contro il riarmo e contro la guerra a Gaza. Quella più grande si chiamava “Stop Rearm Europe” («No al riarmo dell’Europa»), era stata organizzata da alcune associazioni (tra cui l’Arci) e avevano aderito poi diverse centinaia di altre tra associazioni, movimenti, sindacati. Tra i partiti aderivano Alleanza Verdi e Sinistra, Rifondazione Comunista e il Movimento 5 Stelle, il cui leader Giuseppe Conte nelle ultime settimane si era un po’ intestato la manifestazione. Il PD non aveva aderito ma alcuni esponenti del partito hanno partecipato a titolo personale, come gli europarlamentari Marco Tarquinio e Cecilia Strada e il deputato Arturo Scotto. Secondo gli organizzatori avrebbero partecipato 100mila persone, mentre per la questura solo 10mila.
L’altra manifestazione si chiamava “Disarmiamoli” ed era organizzata dal sindacato Usb, dal piccolo partito di sinistra Potere al Popolo, dal movimento degli studenti palestinesi e dall’organizzazione Cambiare Rotta. Questa seconda manifestazione si poneva apertamente in contrapposizione alla prima. Gli organizzatori hanno detto che c’erano 30mila persone, la questura 5mila. La comunità palestinese ha partecipato a entrambe le manifestazioni.
Le modalità di protesta sono state un po’ diverse: nella prima per esempio è stato organizzato un flash mob con le persone che si sono sdraiate a terra in silenzio mentre venivano riprodotti i suoni delle bombe sulla Striscia di Gaza; nella seconda sono state bruciate bandiere dell’Unione Europea, della NATO, di Israele e un finto carro armato. La prima partiva da piazzale Ostiense, la seconda da piazza Vittorio; entrambe poi arrivavano nella zona del Colosseo e dei Fori Imperiali.





















