È morto l’ex agente segreto Francesco Pazienza, coinvolto in vari casi della cosiddetta “strategia della tensione”

(ANSA)
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È morto a 79 anni Francesco Pazienza, ex agente segreto italiano conosciuto soprattutto per il suo coinvolgimento in alcuni dei casi più noti dell’ultimo periodo della cosiddetta “strategia della tensione”, cioè l’insieme di violenze con scopi politici compiute in Italia e non solo nella seconda metà del Novecento, a volte col coinvolgimento o la connivenza di settori dello Stato, in vari casi con responsabilità mai del tutto chiarite.

Pazienza era un consulente del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare italiano (il SISMI), cioè dei servizi segreti militari. È stato ritenuto da molti un membro della loggia massonica P2, ma lui ha sempre negato di averne fatto parte (per sua stessa ammissione è stato invece affiliato in qualche forma all’organizzazione massonica Grande Oriente d’Italia). Fu condannato per depistaggio delle indagini nel processo per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, in cui furono uccise 85 persone e oltre 200 furono ferite con una bomba piazzata nella stazione dall’organizzazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR). Pazienza fu inoltre coinvolto, tra le altre cose, nella misteriosa morte del banchiere Roberto Calvi nel 1982 e nella scomparsa di Emanuela Orlandi nel 1983. È morto all’ospedale di Sarzana, in Liguria.