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  • Mercoledì 18 giugno 2025

I figli di coppie di donne restano figli di entrambe anche se le madri si separano e litigano

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, autorizzando definitivamente l'adozione di un bambino da parte della sua madre non biologica

Due donne di schiena sedute su una panchina con due carrozzine
Due donne con due passeggini sedute su una panchina (Thomas Warnack/dpa, ANSA)

I figli di coppie di donne devono continuare a essere considerati figli di entrambe anche se le madri si separano e litigano, nell’interesse dei bambini. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, esprimendosi su una disputa tra due donne che hanno un figlio insieme, nato attraverso il ricorso alla procreazione medicalmente assistita.

Nel caso su cui si è espressa la Corte, dopo la nascita del bambino la madre non biologica (detta “madre intenzionale”, nel lessico giuridico) aveva avviato il processo legale per adottarlo, che può durare anni. Poi però le due donne si erano separate ed erano entrate in conflitto, anche in tribunale: la madre biologica si era opposta all’adozione chiesta dall’ex compagna; entrambe si rimproveravano a vicenda comportamenti dannosi per lo sviluppo del figlio.

La legge che prevede le “adozioni in casi particolari”, quella che permette la cosiddetta stepchild adoption usata dalle coppie con genitori dello stesso sesso, dice che il genitore legale del minore coinvolto (in questo caso la madre biologica) deve dare il proprio consenso all’adozione da parte dell’altro. Per questo, sia in primo che in secondo grado i tribunali che si erano occupati della vicenda avevano dato ragione alla madre biologica.

Già nel 2023 tuttavia la Corte di Cassazione aveva annullato la decisione della Corte d’appello, chiedendole di rivedere il giudizio considerando il diritto del minore al riconoscimento del legame affettivo creatosi con la madre intenzionale. Per questo poi l’adozione era stata autorizzata, insieme all’attribuzione del cognome della madre intenzionale come secondo cognome del bambino. La madre biologica aveva allora fatto ricorso, che però adesso è stato definitivamente respinto sempre dalla Corte di Cassazione.

La Corte ha stabilito che sull’interesse del minore non influisce nemmeno un eventuale periodo di allontanamento tra il bambino e la madre intenzionale, se è dovuto alla conflittualità tra le due madri e non a una scelta personale di quella non biologica.

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