La Corsica avrà infine un suo polo antimafia
Indagherà sui crimini delle organizzazioni locali, un problema che esiste da tempo e su cui ora la politica inizia a fare qualcosa

All’inizio di giugno il ministro francese della Giustizia Gérald Darmanin ha annunciato la creazione della prima struttura giudiziaria antimafia in Corsica: sarà dedicata interamente a indagare sui crimini compiuti sull’isola legati a organizzazioni mafiose, un’iniziativa unica nel suo genere in Francia. La criminalità organizzata esiste ed è un problema in Corsica (e in altre parti della Francia, tra cui Marsiglia) da decenni, ma la politica ha faticato a riconoscerlo fino a poco tempo fa.
La creazione di un polo antimafia apposito è un segnale che il governo centrale francese, almeno nelle intenzioni, ha riconosciuto che esiste un problema strutturale in Corsica che non si limita a infiltrazioni di organizzazioni criminali estere, e che per contrastarlo serve dotarsi di mezzi appositi. Parlandone negli ultimi mesi Darmanin ha detto di essersi ispirato al modello italiano di contrasto alla mafia, sia per il modo in cui vengono condotte le indagini sia dal punto di vista dei regimi carcerari riservati ai condannati per questo tipo di reati.
Sull’isola (e non solo) le organizzazioni mafiose corse controllano gran parte del traffico di droga e della gestione dei rifiuti, con estorsioni e riciclaggio di denaro. Le continue faide fra gruppi locali hanno reso la Corsica la regione con il più alto tasso di omicidi della Francia (escludendo i territori d’oltremare): nel 2024 ci sono stati 18 omicidi e 16 tentati omicidi su una popolazione di circa 355mila abitanti, ossia un tasso di oltre 5 omicidi ogni 100mila abitanti (in Italia, il tasso più alto del 2024 era stato in Campania, con 0,98 omicidi ogni 100mila abitanti). Nel 2023 gli attentati riconducibili a gruppi mafiosi sono stati 76 e nell’ultimo anno vari politici e magistrati corsi hanno subìto minacce.
Lo stato francese aveva iniziato a riconoscere questo problema dopo l’omicidio del prefetto Claude Érignac, ucciso con un colpo d’arma da fuoco ad Ajaccio, sulla costa occidentale della Corsica, nel 1998. Presto però l’attenzione era diminuita e il tema aveva smesso di essere un argomento di discussione della politica nazionale. Dal 2004 i reati mafiosi in Francia sono indagati dalle Giurisdizioni specializzate interregionali (JIRS), che si occupano più in generale di tutti i reati legati alla criminalità organizzata e finanziaria: sono otto e la Corsica non ne ha una apposita, ma rientra sotto la giurisdizione di quella di Marsiglia, che in Corsica non si è rivelata molto efficace.
Negli ultimi anni la politica locale ha ricominciato a parlare in modo più serio di questo problema, principalmente grazie agli sforzi di due associazioni antimafia create nel 2019: “Maffia Nò – A vita Iè” (“No alla mafia, sì alla vita”) e “Massimu Susini”, dal nome di un militante corso nazionalista assassinato sempre nel 2019.

Il porto di Bastia, in Corsica, a febbraio del 2025 (Rachel Boflmeyer/dpa/ANSA)
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Come detto il nuovo polo è stato creato ispirandosi all’Italia, dove a partire dagli anni Ottanta, grazie a magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è nata l’idea di avere strutture giudiziarie per investigare solo sui reati di mafia. Il nuovo polo antimafia corso indagherà su incendi dolosi, estorsioni e traffico di stupefacenti sull’isola, mentre gli omicidi rimarranno di competenza del JIRS di Marsiglia.
A differenza del JIRS però il nuovo polo sarà composto da personale che si trasferirà in Corsica e ci vivrà stabilmente: il ministro Darmanin ha detto che entro il 2027 arriveranno 57 dipendenti del ministero della Giustizia, fra cui 17 magistrati già a settembre del 2025, così da non pesare sull’organico dei tribunali corsi. Il polo dovrebbe iniziare a lavorare a partire da gennaio del 2026.
Dovrebbero arrivare anche nuovi agenti penitenziari, funzionari di polizia e investigatori specializzati, in particolare in ambito finanziario, che saranno prima formati e sottoposti a indagini per prevenire il rischio di fughe di notizie e corruzione. Anche il tipo di indagini che verranno condotte saranno più simili a quelle italiane: oltre alle intercettazioni e alle operazioni di infiltrazione, i magistrati potranno offrire alle persone arrestate la possibilità di collaborare con la giustizia in cambio di uno sconto di pena, come previsto dalla nuova legge sul narcotraffico approvata dal parlamento francese lo scorso aprile.

Una donna sul lungomare ad Ajaccio, sulla costa occidentale della Corsica (AP Photo/Thibault Camus)
La decisione di creare il polo antimafia in Corsica è stata criticata dalla Giurisdizione specializzata interregionale di Marsiglia: da quando Darmanin ne aveva parlato per la prima volta, a febbraio del 2025, diversi dipendenti avevano espresso dubbi sul suo valore aggiunto. Alcuni avevano anche accusato Darmanin di aver preferito creare un progetto per cui si poteva prendere dei meriti piuttosto che cercare di risolvere i problemi delle strutture già esistenti.
Negli ultimi anni infatti il JIRS ha giustificato molti dei suoi risultati altalenanti in Corsica (come l’alto numero di casi irrisolti) come una conseguenza della mancanza di mezzi e risorse e della scarsa attenzione da parte dei governi centrali. Questa critica è stata rivolta a Darmanin anche dalla presidente dell’Assemblea corsa (una sorta di consiglio regionale), Marie-Antoinette Maupertuis, che ha dato la colpa al disinteresse dello stato.
Molti politici e magistrati locali hanno invece accolto positivamente la creazione del nuovo polo. La presidente della Corte d’appello di Bastia (la seconda città più grande dell’isola), Hélène Davo, l’ha definito un «cambiamento di paradigma» e si è rallegrata del fatto che lo stato abbia «mantenuto la parola data». Il presidente del Consiglio esecutivo della Corsica, Gilles Simeoni (di un partito autonomista corso), ha detto che questo va «oltre ciò che avremmo potuto immaginare».



