Lunedì e martedì ci sono state violente proteste a Ballymena, in Irlanda del Nord, per un caso di presunta violenza sessuale

Un'auto incendiata a Ballymena, martedì 10 giugno (Charles McQuillan/Getty Images)
Un'auto incendiata a Ballymena, martedì 10 giugno (Charles McQuillan/Getty Images)

A Ballymena, una piccola città dell’Irlanda del Nord, un caso di presunte violenze sessuali ha provocato due giorni di violente rivolte, su cui la polizia sta indagando come possibili crimini razzisti. Ballymena è una località di 30mila abitanti non particolarmente nota, ma le proteste di lunedì e martedì sono state molto dure: ci sono stati pesanti scontri con le forze dell’ordine e i manifestanti hanno dato fuoco ad almeno quattro abitazioni e a varie automobili. Oltre 30 agenti sono stati feriti e cinque persone sono state arrestate.

Le proteste sono cominciate lunedì dopo la comparizione in tribunale tramite videocollegamento di due ragazzini di 14 anni accusati di violenze sessuali nei confronti di una ragazza, per dei fatti avvenuti sabato. I due, che si trovano in un centro di detenzione giovanile, parlavano in rumeno e hanno comunicato tramite interprete: negano tutte le accuse. In occasione dell’udienza alcune centinaia di manifestanti avevano iniziato a riunirsi nel centro della città per manifestare pacificamente.

Presto però la protesta è diventata più violenta: alcune persone con il volto coperto si sono staccate dal gruppo principale e hanno iniziato a erigere barricate, lanciare bombe molotov e mattoni contro le forze dell’ordine. La polizia ha risposto con cannoni ad acqua per disperdere la folla. Le finestre di varie abitazioni sono state distrutte o incendiate: la polizia ritiene che almeno alcune di queste azioni violente fossero legate a ragioni razziste.