Nella notte tra lunedì e martedì c’è stato un nuovo grosso attacco di droni russi contro diverse città ucraine

Un edificio colpito a Kiev, il 10 giugno del 2025 (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
Un edificio colpito a Kiev, il 10 giugno del 2025 (AP Photo/Evgeniy Maloletka)

Nella notte tra lunedì e martedì la Russia ha compiuto un altro grosso attacco di droni contro l’Ucraina: il presidente ucraino Volodymyr  Zelensky ha detto che l’esercito russo ha lanciato 315 droni. L’attacco più grave è stato contro Odessa, città portuale sul Mar Nero, dove due persone sono state uccise e almeno 13 sono state ferite: l’agenzia ucraina per le emergenze ha riferito che l’attacco ha colpito aree residenziali e ospedali, incluso un reparto maternità. I droni hanno colpito anche altre città nelle regioni di Dnipro e Chernihiv, e Kiev: Zelensky ha detto che è stato il più grande compiuto finora contro la capitale.

Questi attacchi ne seguono altri compiuti negli ultimi giorni dalla Russia, che sta tentando di rispondere con ritorsioni pesanti ai recenti successi militari dell’Ucraina. Circa dieci giorni fa i servizi segreti ucraini avevano infatti compiuto il più ambizioso attacco con droni in territorio russo dall’inizio della guerra, che ha danneggiato in maniera seria le capacità aeree russe e ha avuto anche un notevole valore simbolico, perché ha colpito in profondità nel territorio russo, dopo un’operazione di intelligence durata più di un anno. Qualche giorno dopo era stato attaccato anche il ponte di Crimea, infrastruttura essenziale per l’esercito russo perché collega la Russia con i territori che ha annesso illegalmente nel 2014 ed è quindi un punto di passaggio essenziale per armi, esercito e merci che dalla Russia raggiungono il fronte nel sud-est dell’Ucraina.

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