L’opuscolo che NON vi è arrivato a casa in vista dei referendum

In Svizzera in occasioni simili si riceve per posta una specie di manuale di istruzioni, con quesiti e ragioni del sì e del no

Un opuscolo per la votazione popolare del 9 giugno 2024 in Svizzera (Il Post)
Un opuscolo per la votazione popolare del 9 giugno 2024 in Svizzera (Il Post)
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Ogni volta che si vota per un referendum abrogativo come quello del prossimo 8-9 giugno, in Italia tornano anche le cicliche discussioni sui limiti di questo strumento di democrazia diretta e sulle possibili soluzioni che si potrebbero trovare per renderlo più efficace. Oltre al problema del quorum, che non viene quasi mai raggiunto, un altro aspetto assai discusso riguarda la capacità di elettori ed elettrici di informarsi sui quesiti referendari – spesso poco comprensibili, peraltro – e sugli argomenti in ballo.

Per provare a ovviare a queste lacune, in Svizzera dal 1977 il governo federale produce un opuscolo informativo tutte le volte che si vota per un referendum nazionale: una specie di manuale di istruzioni sui quesiti e sulle ragioni del Sì e del No, che viene consegnato per posta insieme alla scheda elettorale circa tre settimane prima del voto.

Il governo svizzero è obbligato per legge a chiarire le proprie posizioni e a informare bene gli elettori prima di un referendum, una ricorrenza che si verifica fino a quattro volte all’anno (per via della sua storia e composizione peculiare, in Svizzera la democrazia diretta è più frequentata che altrove). In Svizzera i referendum sono organizzati in modo diverso rispetto all’Italia: ci sono quelli che partono da iniziative popolari, che possono abrogare delle leggi oppure proporre degli emendamenti costituzionali, mentre ci sono i referendum che il governo svizzero è tenuto a organizzare in determinate circostanze – per esempio quando vuole modificare la Costituzione. Solitamente diversi referendum vengono accorpati in un’unica votazione popolare.

Le pagine di un opuscolo per un referendum del 2024 (Il Post)

Le pagine di un opuscolo per un referendum del 2024 (Il Post)

L’opuscolo preparato dal governo si chiama “Spiegazioni del Consiglio federale”, cioè l’organo esecutivo del governo svizzero, ed è redatto dagli uffici della Cancelleria federale, un organo che collabora con il Consiglio dal punto di vista burocratico. È un libretto esplicativo, fatto per chiarire in poche pagine e con un linguaggio chiaro i contenuti dei diversi quesiti, e specificare le posizioni prese sui quesiti dal governo e dai comitati promotori dei referendum. Viene stampato in tre versioni: una in lingua italiana, una in tedesco e una in francese.

Le spiegazioni vengono redatte da un gruppo di lavoro composto generalmente da una decina di persone, tra cui esperti di comunicazione, linguisti ed esperti dei temi oggetto di votazione. Il gruppo che produce l’opuscolo è obbligato dalla legge svizzera a formulare delle spiegazioni semplici, complete e il più neutrali possibili. Per farlo separa nettamente le spiegazioni e le informazioni di contesto relative a ogni quesito dalle raccomandazioni di voto, cioè dalle argomentazioni a favore o contro.

A livello di contenuti l’opuscolo è organizzato per “oggetti”, cioè per quesiti referendari. Le prime pagine contengono la spiegazione di tutti gli argomenti oggetto di voto in breve, con informazioni di contesto e la spiegazione delle proposte e dei progetti al centro della contesa. Più si prosegue nella lettura e più aumenta il livello di approfondimento con cui vengono trattati i temi dei quesiti. Alla fine di ogni approfondimento l’opuscolo mette a disposizione anche i testi di legge su cui si sta discutendo, per chi vuole studiarseli con calma.

Sia all’interno che nella quarta di copertina viene specificata molto chiaramente la posizione del governo e del parlamento su ogni tema: il governo dà le proprie raccomandazioni su ogni quesito, cioè se votare per il Sì oppure per il No, argomentando la propria posizione. L’opuscolo fornisce quasi altrettanto spazio per le raccomandazioni di voto dei comitati referendari, cioè dei gruppi di persone che hanno preso iniziativa per arrivare alla votazione referendaria, quasi sempre contrapposte a quelle di governo e parlamento.

Le raccomandazioni di voto del governo e del parlamento svizzeri sul retro di un opuscolo del 2023 (dal sito della <a href="https://www.bk.admin.ch/bk/it/home/documentazione/nuovo-design-opuscolo-informativo-votazioni.html">Cancelleria federale</a>)

Le raccomandazioni di voto del governo e del parlamento svizzeri sul retro di un opuscolo del 2023 (dal sito della Cancelleria federale)

Negli anni la Cancelleria federale ha cambiato più volte il design dell’opuscolo e l’organizzazione dei contenuti all’interno: oggi è un libretto delle dimensioni di un foglio A4 piegato in due; la copertina e il retro sono entrambe di colore rosso con il testo in caratteri bianchi, cioè i colori della bandiera svizzera, mentre i contenuti sono organizzati in modo schematico e intuitivo. Il numero di pagine può variare: a volte supera l’ottantina, ma dipende molto dal numero di quesiti che sono stati accorpati in un solo giorno di voto, che possono essere anche tre o quattro.

In base a quanto dice la Cancelleria federale, sentita dal Post, i costi materiali per produrre e distribuire l’opuscolo prima di una votazione popolare ammontano in media a circa 500mila franchi svizzeri, cioè circa 530mila euro. Se si facesse una cosa simile in Italia, i costi sarebbero decisamente più alti dato che gli elettori italiani sono circa 9 volte quelli svizzeri, ma resterebbero comunque trascurabili per il bilancio dello stato.

Oltre alla versione cartacea il governo rende disponibile anche l’equivalente digitale e una versione audio per le persone non vedenti. Sull’opuscolo si trova un qr code che rimanda all’applicazione VoteInfo, che contiene dell’altro materiale esplicativo, oltre che i risultati disponibili una volta conclusa la votazione popolare.