Shein è stata accusata di nuovo di spingere le persone a comprare di più con pratiche commerciali ingannevoli

L’Organizzazione europea dei consumatori, un ente che riunisce le associazioni dei consumatori di 32 paesi, ha presentato alle autorità europee un reclamo in cui accusa il marchio di abbigliamento economico e di scarsa qualità cinese Shein di usare pratiche commerciali ingannevoli per indurre i consumatori a comprare più vestiti. Le istituzioni europee avevano già avviato un’indagine simile a febbraio, che aveva identificato diverse pratiche illecite. Il nuovo reclamo chiede alla Commissione Europea e alle agenzie degli stati membri di intervenire per limitare le pratiche considerate illegali.
Secondo l’Organizzazione Shein ricorrerebbe a cosiddetti “dark patterns”, un termine traducibile come “interfacce malevole” che in informatica indica le tecniche tramite cui il design di un sito viene usato per indurre gli utenti a fare inconsapevolmente qualcosa contro il loro interesse. Secondo le accuse Shein spingerebbe i clienti a comprare più vestiti con una serie di avvisi ingannevoli: finti conti alla rovescia entro cui completare gli acquisti, messaggi secondo cui le scorte di un certo prodotto si stanno esaurendo e il cosiddetto “confirm shaming”, cioè il tentativo di far sentire il consumatore inadeguato se non completa un acquisto.
Per l’Organizzazione dei consumatori queste pratiche avrebbero risvolti negativi sia sulle finanze dei consumatori sia sull’ambiente, per via dell’impatto ecologico della produzione e dello smaltimento dei vestiti. Shein ha detto che sta collaborando con le autorità europee respinto le accuse e ha criticato l’Organizzazione per aver rifiutato le offerte di chiarimenti che le avrebbe inviato negli ultimi mesi.
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