Per la terza volta dall’inizio della guerra l’Ucraina ha attaccato il ponte di Crimea, essenziale per l’esercito russo

Il ponte di Crimea (AP Photo)
Il ponte di Crimea (AP Photo)

L’SBU, il servizio di intelligence militare dell’Ucraina, ha detto di aver attaccato il ponte di Crimea, un’infrastruttura molto importante per l’esercito russo: collega la Russia con i territori che ha annesso illegalmente nel 2014 ed è quindi un punto di passaggio essenziale per armi, esercito e merci che dalla Russia raggiungono il fronte nel sud-est dell’Ucraina. L’attacco ha colpito le fondamenta del ponte con degli esplosivi, ma l’entità dei danni non è ancora chiara. Martedì mattina le operazioni russe sul ponte sono state interrotte per tre ore, tra le 4 e le 7.

Lo stesso ponte era già stato danneggiato da due precedenti attacchi da parte dell’Ucraina: il primo a ottobre del 2022 e il secondo a luglio del 2023. Entrambi avevano causato danni alla struttura, ma senza comprometterne del tutto la viabilità.

Il ponte è lungo circa 18 chilometri e attraversa lo stretto di Kerch (è chiamato per questo anche ponte di Kerch). Oltre che militare e strategico, ha anche un forte valore simbolico per la Russia: Vladimir Putin presenta la Crimea come territorio russo, e nella propaganda del regime il ponte è diventato un simbolo di questo legame.

L’attacco al ponte è avvenuto a soli due giorni di distanza da un grande successo militare e di intelligence dell’Ucraina: domenica l’SBU ha compiuto il più ambizioso attacco con droni in territorio russo dall’inizio della guerra, che ha colpito almeno due basi aeree e distrutto caccia e bombardieri. L’attacco ha danneggiato in maniera seria le capacità aeree russe e ha avuto anche un notevole valore simbolico, perché ha colpito in profondità nel territorio russo, dopo un’operazione di intelligence durata più di un anno.

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