Il governo ucraino ha rivendicato per la prima volta l’attacco di ottobre sul ponte che collega la Russia alla Crimea

 (AP Photo, File)
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Il governo ucraino ha rivendicato per la prima volta la responsabilità dell’esplosione che l’8 ottobre del 2022 aveva causato il crollo parziale del ponte che collega la Russia alla Crimea, la penisola che nel 2014 fu invasa e annessa dalla Russia in seguito a un’occupazione militare e a un controverso referendum.

All’epoca il governo russo aveva sostenuto che l’esplosione fosse stata causata da una bomba caricata su un camion che stava attraversando il ponte. Il fuoco aveva poi raggiunto tre vagoni che trasportavano carburante su un treno merci, facendoli esplodere a loro volta. Dopo l’esplosione erano crollate due campate della parte del ponte percorsa dai veicoli (quella con il tracciato ferroviario era stata meno danneggiata).

La Russia aveva accusato l’Ucraina di esserne responsabile, ma il governo ucraino finora non aveva rivendicato l’esplosione (più in generale non aveva mai rivendicato attacchi compiuti in territorio russo). Lo ha fatto per la prima volta sabato 8 luglio, in occasione dei 500 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, quando la viceministra della Difesa ucraina Hanna Maliar ha scritto un post su Telegram in cui ha ripercorso alcuni dei momenti più significativi della resistenza ucraina. Tra questi ha ricordato proprio l’esplosione del ponte in Crimea, in questo modo: «273 giorni fa abbiamo compiuto il nostro primo attacco sul ponte di Crimea, per interrompere i collegamenti logistici russi».

Il ponte, lungo 18,1 chilometri, attraversa tutto lo stretto di Kerč’, tra il Mar d’Azov e il Mar Nero. È un’infrastruttura estremamente importante dal punto di vista strategico per le operazioni russe in Ucraina, perché è l’unica strada percorribile dai veicoli russi per portare rifornimenti in modo rapido via terra nelle zone dell’Ucraina meridionale occupate nel corso della guerra. Nell’esplosione morirono cinque persone, il crollo causò per settimane serie limitazioni alla circolazione.