Per l’ONU la Russia ha commesso crimini contro l’umanità e di guerra attaccando con i droni i civili in Ucraina

Secondo una commissione indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite (ONU) le uccisioni dei civili e gli attacchi con i droni compiuti dall’esercito russo nella regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina, sono da considerarsi crimini contro l’umanità e crimini di guerra. In un report pubblicato mercoledì si legge che dallo scorso luglio quasi 150 civili sono stati uccisi e altre centinaia di persone sono state ferite in attacchi con i droni in una zona lunga oltre 100 chilometri lungo la sponda destra del fiume Dnipro, controllata dall’Ucraina (mentre quella opposta è controllata dalla Russia). Per la commissione questi attacchi sono stati «diffusi, sistematici e parte di una politica statale coordinata».
Per arrivare a queste conclusioni la commissione ha esaminato più di 300 video di attacchi di questo tipo e più di 600 messaggi su canali Telegram. Ha inoltre intervistato 91 persone che vivono nelle zone colpite. Attraverso questi elementi ha potuto individuare uno schema specifico degli attacchi con i droni: gli operatori, che vedono i video trasmessi in tempo reale dalle telecamere integrate nei droni, hanno puntato obiettivi visibilmente civili e hanno sganciato su di loro gli esplosivi. In questo stesso modo sono state colpite anche le ambulanze incaricate di soccorrere le persone ferite. Secondo il report delle Nazioni Unite gli attacchi, i video e i post suggeriscono un obiettivo più ampio della Russia: costringere gli abitanti di Kherson ad abbandonare la regione.
Kherson era stata occupata dall’esercito russo nel marzo del 2022, un mese dopo l’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina. L’esercito ucraino aveva riconquistato Kherson otto mesi dopo e i russi avevano dovuto lasciare la città, dopo la morte di migliaia di soldati e la distruzione di centinaia di mezzi, ma occupano ancora la parte della regione di Kherson a est del fiume Dnipro.
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