Il Vaticano non vuole i Templari intorno al Vaticano, solo che li ha messi lì il Vaticano
Fanno i volontari per il Giubileo, ma i vescovi dicono di starne alla larga
di Francesco Gaeta

Negli ultimi giorni chi arrivava a Roma in via della Conciliazione, la strada che conduce in piazza San Pietro, poteva essere controllato non solo dalle forze di polizia ma anche da alcuni volontari, vestiti di bianco con una croce rossa come insegna. Sono i membri dell’associazione Templari Oggi, anche nota come Templari Cattolici d’Italia. Si considerano eredi dei Templari, un ordine monastico-militare fondato nel 1119 da Hugues de Payns con lo scopo di proteggere i pellegrini in Terra Santa. Sono tra le tante organizzazioni che collaborano al Giubileo, l’anno santo per la Chiesa cattolica, e che vengono selezionate dal dicastero per l’Evangelizzazione del Vaticano.
Templari Oggi, però, secondo la Conferenza dei vescovi italiani non dovrebbe essere presente intorno a piazza San Pietro. In una lettera del 6 maggio inviata alle diocesi italiane, il segretario della Cei Giuseppe Baturi ha ricordato che l’organizzazione è stata «soppressa nel 2022 con provvedimento confermato nel 2023 dal dicastero per i Laici», l’ufficio del Vaticano che si occupa delle organizzazioni cattoliche, e anche dal Tribunale della Segnatura Apostolica. Malgrado ciò, ha scritto Baturi, «anche in questo Anno giubilare, alcune persone, indossando la divisa dei Templari Cattolici d’Italia o dei Templari Oggi, prestano un servizio volontario in vari eventi del Giubileo a Roma o in altre località, contribuendo a promuovere tale realtà negli ignari fedeli».
I vescovi italiani insomma non vogliono che i Templari stiano intorno a piazza San Pietro (e quindi al Vaticano), ma è stato un ufficio del Vaticano (il dicastero per l’Evangelizzazione) a metterli lì. Sembra ci sia una contraddizione interna notevole.
Marco Lucente, che al dicastero per l’Evangelizzazione è responsabile dei volontari del Giubileo, dice al Post che non c’è alcun conflitto tra uffici della Chiesa, ma «si tratta semplicemente di un problema di tempistiche», visto che «la selezione dei volontari di Templari Oggi è avvenuta prima della lettera della Cei». Lucenti ha aggiunto che «non si possono escludere nuovi provvedimenti». Servirà però più di qualche giorno. Dopo il periodo di sede vacante nel quale gli incarichi in Vaticano sono stati sospesi, il nuovo papa Leone XIV avrà bisogno di un po’ di tempo per provvedere alla conferma o al ricambio delle cariche, comprese quelle del dicastero per l’Evangelizzazione, che potranno eventualmente decidere in modo diverso.
L’Ordine dei Templari non esiste più da molto tempo: dopo avere accumulato molto potere controllando i luoghi santi ai cattolici in Terra Santa, fu ufficialmente soppresso nel 1312 da papa Clemente V. Oggi però sono molte le organizzazioni che pur dicendosi tutte fedeli alla Chiesa di Roma se ne contendono l’eredità. Tra le altre ci sono l’Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani, il Sovrano Militare Ordine del Tempio di Gerusalemme (OSMTJ), la Militia Templi. I Templari hanno da sempre alimentato un immaginario molto ricco di storie più o meno leggendarie e ispirate a saperi esoterici, che li hanno avvicinati a organizzazioni più recenti come la massoneria.
Nel caso dei Templari Oggi, la Chiesa cattolica aveva preso già da tempo alcuni provvedimenti per limitarne l’attività. È avvenuto nel 2021 a Verona, dove l’associazione è stata invitata dal vescovo Giuseppe Zenti a «una seria revisione del proprio statuto e ad una analisi del modo di vivere l’associazionismo, le attività, le relazioni tra i suoi membri e le scelte di governo da parte del Consiglio direttivo». Poi, nel febbraio 2022, l’organizzazione è stata sospesa dalle attività sul territorio.
Il provvedimento del vescovo di Verona è stato confermato da Roma nel 2023 dal dicastero per i Laici guidato dal cardinale Kevin Joseph Farrell, che dopo la morte di papa Francesco è anche stato il camerlengo, cioè colui che ha la responsabilità del Vaticano durante il periodo di transizione da un pontefice a un altro. Il 6 maggio, un giorno prima dell’inizio del conclave, è poi partita la lettera della Cei inviata su richiesta dello stesso Farrell.
In Vaticano sono arrivate fin qui circa 13mila candidature per lavorare come volontari durante il Giubileo. «Abbiamo persone che sono venute da tutti i continenti», ha dichiarato qualche tempo fa Marco Lucente, «persone che arrivano da Singapore, Taiwan, Sud America, Nord America».
Ogni giorno sono circa 150 i volontari che gravitano intorno a piazza San Pietro per il Giubileo: sorvegliano gli accessi e danno indicazione e assistenza ai fedeli. Possono essere singoli o componenti di un’associazione. Per chi arriva da fuori Roma è assicurato un posto in una struttura di accoglienza che comprende 100 posti letto, la Domus Spei, in via del Monte della Farina 64. Il requisito per essere ammessi è una lettera di presentazione da parte del parroco di riferimento.