Tutte le cose dietro ai nomi dei papi
Storie, significati e statistiche intorno ai più scelti, meno scelti o evitati del tutto

Ci sono tante storie, tradizioni e regole non scritte, intorno alla prima scelta che deve fare ogni papa: il suo nome da pontefice, subito dopo aver accettato l’incarico. Il conclave che seguì la morte di Pio II, nel 1464, durò pochissimo: al primo scrutinio fu eletto il cardinale Pietro Barbo. Si racconta però che la scelta del nome fu meno agevole. Considerandosi un uomo di bell’aspetto, aveva scelto inizialmente il nome Formosus (“bello”, in latino). Scelse infine Paolo II, quando gli ricordarono che un Formoso c’era già stato, secoli prima, e non aveva fatto una bella fine: era stato riesumato e condannato da morto in un macabro processo, passato alla storia come il sinodo del cadavere.
Molte cose sono cambiate dal Medioevo, ma quella del nome continua a essere una scelta dei papi molto importante, che rispetta diversi criteri e a cui è attribuito grande valore simbolico. «Nella parte più recondita della loro mente, quando comincerà il conclave, tutti entreranno con un nome in testa», ha detto a Euronews Natalia Imperatori-Lee, responsabile degli studi religiosi alla Manhattan University.
Il nome che i papi scelgono è spesso considerato un primo possibile indizio delle altre scelte che prenderanno durante il loro pontificato. A marzo del 2013 il neoeletto Jorge Mario Bergoglio scelse Francesco, in riferimento a Francesco d’Assisi, uno dei santi della Chiesa cattolica più conosciuti al mondo e più ricordati per l’umiltà e la vicinanza agli emarginati. Nel suo primo viaggio da papa, meno di quattro mesi dopo, era a Lampedusa a deporre una corona di fiori in mare e a ringraziare i lampedusani per la loro accoglienza dei migranti.
La scelta del nome fu notevole e assunse da subito ancora più valore, nel caso di papa Francesco, perché infranse una regola non scritta: attingere da un repertorio di nomi già utilizzati da altri papi. È una consuetudine diffusa fin dall’XI secolo, quando una serie di papi tedeschi scelse perlopiù i nomi dei primi vescovi della Chiesa, per dare l’idea di una continuità. Nei primi anni della Chiesa cattolica non era nemmeno possibile sceglierselo, il nome: gli eletti mantenevano quello di battesimo.
Una delle prime eccezioni fu la scelta di papa Giovanni II, che nel 533 volle evitare il richiamo a un dio pagano presente nel suo nome di battesimo (Mercurio, o Mercuriale). Per molti secoli i papi scelsero come nome quello del papa che li aveva nominati cardinali. E sia questa tendenza, sia il desiderio di continuità, portarono in definitiva a una certa popolarità dei nomi Giovanni (22 papi), Benedetto (16 papi) e Gregorio (altri 16).
La storia dei papi Giovanni è abbastanza contorta. Contando solo il primo millennio, lo scelsero come nome ben 15 papi. In seguito ci fu persino un papa Giovanni mai esistito, Giovanni XX, incluso per errore nelle cronologie dei papi, che lo indicavano come regnante tra il XIII e il XV secolo. Per quanto anomalo, fu un errore durato secoli perché risalente a un’epoca di grande confusione, a causa dello Scisma d’Occidente: la crisi dell’autorità papale in Europa, che portò a uno scontro tra papi e antipapi per il controllo della Chiesa occidentale.
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Ci fu una piccola controversia anche al momento di determinare il numero nella successione di papi Giovanni – dopo cinque secoli di interruzione – al momento dell’elezione del più recente, Angelo Giuseppe Roncalli, nel 1958. C’era all’epoca ancora una minima indecisione su come considerare Baldassarre Cossa, per secoli conosciuto con il nome di Giovanni XXIII e considerato uno dei legittimi successori di papa Gregorio XII. Scegliendo di chiamarsi Giovanni XXIII, anziché XXIV, Roncalli mise di fatto a tacere la questione, cancellando implicitamente il suo omonimo predecessore dalla lista ufficiale dei papi.
Nessun papa del secondo o del terzo millennio, prima di Bergoglio, aveva mai scelto un nome che non fosse già stato scelto da un suo predecessore. Nel corso dei secoli, in pratica, era successo nella storia del pontificato quello che storicamente capita anche nelle famiglie reali e nobili, scrisse nel 2024 sul sito Treccani il linguista Enzo Caffarelli, uno dei maggiori esperti italiani di onomastica. Applicando la regola informale che Bergoglio infranse, i nomi per lui disponibili sarebbero stati soltanto 81 in tutto, su 138 papi regnanti nel primo millennio. Su 81 nomi, 46 (il 57 per cento) sono rimasti unici, cioè mai scelti dopo il 983.
Incluso Francesco, i nomi scelti da papi nel XX e nel XXI secolo sono stati soltanto sette: Leone (XIII), Pio (X, XI e XII), Benedetto (XV e XVI), Giovanni (XXIII), Paolo (VI), Giovanni Paolo (I e II). Se il nuovo papa desiderasse un nome non scelto da almeno due secoli ma comunque utilizzato nel secondo millennio potrebbe scegliere tra Silvestro, Sergio, Clemente, Damaso, Vittore, Stefano, Niccolò, Alessandro, Urbano, Pasquale, Gelasio, Callisto, Onorio, Innocenzo, Celestino, Lucio, Eugenio, Anastasio, Adriano, Martino, Bonifacio, Sisto, Giulio e Marcello.
Altri nomi non sono invece mai stati scelti nella storia: non per divieto, ma per convenzione. Dopo san Pietro, primo papa, e Giovanni I, 53° papa, nessuno ha avuto come nome papale il nome di un qualche altro apostolo (Andrea, Giacomo, Taddeo, Bartolomeo, Tommaso, Filippo, Matteo, Simone). E nessuno si è chiamato nemmeno come un arcangelo maggiore (Gabriele, Michele, Raffaele).
Salvo rare eccezioni, nessuno ha scelto nomi di personaggi importanti dei testi sacri: Giuseppe (nome del padre putativo di Gesù), Gioacchino (nome del padre di Maria), Abramo, Giacobbe, Isacco, Mosè e via discorrendo (nemmeno nomi italiani comuni come Davide o Daniele, per le stesse ragioni). Nessuno ha mai scelto nomi di santi fondatori di ordini, con l’eccezione notevole di Benedetto e Francesco, né di padri della Chiesa: Domenico, Vincenzo, Girolamo, Ambrogio, Agostino, Massimo e altri.
La creatività nella scelta dei nomi dei papi – tra quelli già scelti da papi precedenti – si ridusse ulteriormente in epoca moderna, soprattutto dal XVI-XVII secolo, scrisse Caffarelli in un altro articolo. Una delle ragioni è che gli eletti volevano evitare nomi legati ad antipapi e scismi, anche per semplici questioni di opportunità, dal momento che su alcune legittimità e illegittimità permanevano dubbi. E questo poteva creare incertezza nella numerazione, come nel caso di Roncalli. Ci si concentrò sui nomi di papi santi come Leone Magno e Gregorio Magno, grandi modelli di papato all’interno della Chiesa.
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