In Sudan un attacco del gruppo paramilitare Rapid Support Forces ha lasciato senza elettricità la città di Port Sudan

Martedì Port Sudan, importante città portuale nel nord-est del Sudan dove ha sede il governo, è rimasta senza elettricità a causa di un nuovo attacco con droni del gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF). La compagnia elettrica del Sudan ha detto che un drone ha colpito una grande centrale elettrica, interrompendo anche l’erogazione dell’acqua e di altri servizi in città. Secondo quanto riferito da diversi testimoni e organizzazioni presenti sul luogo sono stati colpiti anche l’aeroporto internazionale, un’area del porto, la base militare principale della città, un deposito di carburante e un importante hotel vicino alla residenza di Abdel Fattah al Burhan, capo dell’esercito e di fatto presidente del paese. Non ci sono notizie di persone uccise.
È il peggior attacco su Port Sudan da quando le Rapid Support Forces hanno iniziato a bombardarla domenica: fino a pochi giorni fa la città era considerata una delle più sicure del paese. Da due anni fra il gruppo e l’esercito sudanese va avanti una cruenta guerra civile, che ha causato una delle più gravi crisi umanitarie al mondo. Port Sudan è considerata la capitale “di fatto” del paese, dato che la capitale formale, Khartum, all’inizio della guerra era stata occupata dai paramilitari, costringendo il governo a spostarsi sulla costa. L’esercito sudanese ha ripreso il controllo di Khartum a fine marzo.
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