Un rapporto del Consiglio per la sicurezza nazionale smentisce l’argomentazione usata da Trump per espellere centinaia di venezuelani

Proteste contro le espulsioni di Trump, Caracas, Venezuela, 18 marzo 2025 (AP Photo/Ariana Cubillos)
Proteste contro le espulsioni di Trump, Caracas, Venezuela, 18 marzo 2025 (AP Photo/Ariana Cubillos)

Un rapporto del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti – l’organo che assiste il presidente nelle principali questioni di sicurezza e politica internazionale – declassificato e pubblicato dal New York Times conferma che il governo del Venezuela non ha legami con il gruppo criminale Tren de Aragua. Il rapporto smentisce dunque un’affermazione fatta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e usata per giustificare il ricorso a una legge che gli consente di superare le normali procedure legate all’immigrazione e di espellere centinaia cittadini venezuelani. La legge, chiamata Alien Enemies Act, che risale al 1798, attribuisce al presidente degli Stati Uniti maggiori poteri per allontanare dal paese le presunte «minacce straniere» ed era stata utilizzata solo tre volte nella storia statunitense: durante la guerra del 1812 e durante le due guerre mondiali. Trump aveva firmato un ordine esecutivo che faceva riferimento a quella legge lo scorso marzo, avviando di conseguenza una serie di deportazioni sommarie di cittadini venezuelani verso El Salvador.

Il rapporto dice che l’amministrazione del presidente venezuelano Nicolás Maduro non controlla la banda Tren de Aragua (TDA): «Sebbene il contesto permissivo del Venezuela consenta a TDA di operare, il regime di Maduro probabilmente non ha una politica di cooperazione con la TDA e non sta indirizzando i movimenti e le operazioni della TDA verso gli Stati Uniti». A dimostrazione del fatto che il governo di Maduro considera la banda come una minaccia, il rapporto aggiunge anche che le forze di sicurezza venezuelane «si sono periodicamente scontrate con la TDA» causando l’uccisione o l’arresto di alcuni suoi membri. Sebbene vi siano prove che alcuni «funzionari venezuelani di medio-basso livello probabilmente traggano profitto dalle attività illecite della TDA», si legge sempre nel rapporto, la struttura decentralizzata della banda renderebbe «logisticamente difficile» per l’organizzazione nel suo complesso agire su richiesta del governo.

Tra le differenti agenzie di intelligence degli Stati Uniti solo l’FBI riteneva che ci fosse un qualche tipo di collegamento tra la TDA e il governo venezuelano e il rapporto ne dà conto. Dice che secondo gli analisti dell’FBI «alcuni funzionari del governo venezuelano» avrebbero facilitato la migrazione dei membri della TDA dal Venezuela agli Stati Uniti» e verso altri paesi ancora per promuovere quello che l’agenzia considera l’obiettivo del regime di Maduro, cioè destabilizzare vari governi e minacciare la sicurezza di questi paesi. Tuttavia, nel rapporto si aggiunge che «la maggior parte» delle agenzie statunitensi di intelligence ritiene non credibili tali conclusioni.

Il documento è stato pubblicato in risposta a una richiesta presentata dalla Freedom of the Press Foundation, organizzazione che si occupa di difendere la libertà di stampa, ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA), un provvedimento che consente ai cittadini di accedere liberamente alle informazioni e ai dati raccolti dalle pubbliche amministrazioni, anche nel caso in cui non siano direttamente interessati da quelle informazioni. La Freedom of the Press Foundation ha poi fornito copia del rapporto al New York Times.