La nuova storia di Indagini, sul caso irrisolto di via Caravaggio a Napoli

Una persona assolta in via definitiva può essere processata di nuovo? Nel 1975 furono uccise tre persone, il caso fu chiuso e poi riaperto tra molti dubbi e polemiche

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La notte tra 30 e 31 ottobre del 1975 tre persone, Gemma Cenname, suo marito Domenico Santangelo e Angela Santangelo, la figlia che l’uomo aveva avuto da un precedente matrimonio, furono uccise in un appartamento di via Caravaggio, a Napoli. È un cosiddetto “cold case”, un delitto insoluto, ed è la nuova storia di Indagini, il podcast di Stefano Nazzi per il Post.

Le nuove puntate di Indagini raccontano come le attenzioni della procura si concentrarono su un parente della vittima, Domenico Zarrelli, che fu prima condannato all’ergastolo e poi assolto dopo aver trascorso cinque anni in carcere e sei mesi agli arresti domiciliari. Altre piste investigative non vennero prese in considerazione.

Dopo molti anni vennero analizzati alcuni reperti e fu isolato un DNA compatibile con quello di Zarrelli, che però era stato già assolto in via definitiva. Ma ci furono molti dubbi su come quei reperti erano stati conservati e su come erano stati confrontati con quello della persona già giudicata. Si parlò di ne bis in idem, cioè dell’impossibilità secondo la legge di processare due volte una persona per lo stesso fatto. I reperti poi scomparvero: si disse che erano stati distrutti. Poi riapparirono.

Le due puntate di Indagini sugli omicidi di via Caravaggio sono disponibili da oggi sull’app del Post (scaricala qui), ma anche sulle principali piattaforme di podcast, come Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music e YouTube Music.