Il governo ha annunciato soldi in più per la sicurezza sul lavoro, ma non cosa vuole farci

Sono 650 milioni di euro, da spendere in misure che andranno discusse coi sindacati

Bare di cartone in piazza della Scala a Milano: un'iniziativa della UIL contro le morti sul lavoro, il 9 maggio 2024 (Marco Ottico/LaPresse)
Bare di cartone in piazza della Scala a Milano: un'iniziativa della UIL contro le morti sul lavoro, il 9 maggio 2024 (Marco Ottico/LaPresse)
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Mercoledì Giorgia Meloni ha detto che il governo finanzierà con 650 milioni di euro misure finalizzate a rafforzare la sicurezza sui luoghi di lavoro. L’annuncio della presidente del Consiglio è arrivato al termine di un Consiglio dei ministri, convocato il giorno prima del primo maggio e simbolicamente dedicato proprio ai lavoratori. Sembrava dovesse approvare un provvedimento con alcune norme specifiche, stando a quanto era stato fatto trapelare dai ministeri dell’Economia e del Lavoro: invece il governo si è limitato a definire l’ammontare delle risorse che intenderà utilizzare.

Le misure da adottare invece non sono ancora state decise: verranno discusse insieme ai sindacati, che sono stati convocati per la mattina dell’8 maggio a Palazzo Chigi. Ci sarà dunque una negoziazione che dovrebbe servire a decidere come usare quei soldi.

I 650 milioni annunciati da Meloni verranno con ogni probabilità recuperati dal bilancio dell’INAIL, l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. L’INAIL ha infatti un avanzo primario notevole: nel 2023 aveva chiuso con un attivo di 3,1 miliardi di euro. Queste risorse tendenzialmente confluiscono nel bilancio dello Stato e vengono utilizzate, tra l’altro, per contenere l’aumento del debito pubblico. Da questo fondo erano già stati stanziati dal governo 600 milioni; ora, sempre d’intesa con l’INAIL, ne verranno prelevati altri 650 con lo stesso obiettivo, cioè, appunto, migliorare la sicurezza del lavoro e la prevenzione degli incidenti.

Su cosa conterranno concretamente le misure ancora si sa poco. Stando a quanto è stato fatto circolare in questi giorni, l’intenzione del governo sarebbe aumentare le risorse per finanziare dei bandi, gestiti dalla stessa INAIL, per favorire la formazione sui luoghi di lavoro, aumentando il numero e la diffusione dei corsi e delle attività per istruire e sensibilizzare i dipendenti delle aziende sul tema della sicurezza. Altre risorse verranno verosimilmente destinate all’Ispettorato nazionale del lavoro: l’obiettivo è assumere più ispettori e aumentare i controlli sulle aziende e nei cantieri. L’Ispettorato soffre di una cronica carenza di personale, risolta solo in minima parte dall’assunzione di 1.600 ispettori nel corso del 2024, che ha portato a poco più di 7.700 i dipendenti di questo ente.

– Leggi anche: Il dibattito su come ridurre le morti sul lavoro è lo stesso da anni

Il governo vuole potenziare anche i corsi di formazione scolastica, specialmente per gli ultimi anni di corso degli istituti tecnici. Meno sicuri sono invece interventi su altri fronti: la detassazione per gli investimenti in sicurezza e l’estensione della “patente” a crediti su altri settori oltre a quello dell’edilizia. La “patente” è stata introdotta dallo scorso ottobre solo in questo settore, l’edilizia, e funziona un po’ come quella a punti per gli automobilisti: ogni impresa o lavoratore autonomo ha una dotazione di 30 punti, che vengono decurtati in seguito a eventuali illeciti, ma che possono poi essere recuperati, o incrementati se vengono fatti investimenti connessi in qualche modo alla sicurezza.

L’edilizia è di gran lunga il settore dove si verificano più incidenti sul lavoro, ma da tempo i sindacati chiedono di estendere la patente anche alla metalmeccanica, alla logistica e ai trasporti. Nel confronto tra sindacati e governo a partire dal prossimo 8 maggio si parlerà anche di questo.

Nel 2024 le morti sul lavoro in Italia sono state 1.090: 49 in più rispetto alle 1.041 del 2023. Nel rivendicare le misure fin qui adottate dal governo su questa materia, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, mercoledì ha spiegato come questo aumento vada a suo avviso contestualizzato: secondo lei bisogna tener conto dell’aumento degli occupati, che dunque la porta a ritenere che «l’incidenza percentuale degli infortuni accertati sta scendendo»; dall’altro bisognerebbe considerare che un numero crescente di infortuni e di incidenti si verifica «in itinere», cioè durante il viaggio che il lavoratore compie per andare in azienda o sul cantiere o per tornare a casa, e non propriamente sul posto di lavoro (43 dei 49 incidenti mortali in più verificatisi nel 2024 rispetto all’anno precedente sono proprio di questo tipo).

L’annuncio del governo, come già avvenne due anni fa, arriva a ridosso della festa del primo maggio, e all’indomani del rinnovato appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul tema della sicurezza e del benessere dei lavoratori. Oltre che su infortuni e incidenti il dibattito di questi giorni si è concentrato sui salari reali, cioè quelli comparati col costo effettivo della vita e dunque con l’inflazione. Meloni ha rivendicato che nel corso degli ultimi mesi l’andamento delle retribuzioni per i lavoratori italiani è stato positivo: questo recupero del potere d’acquisto però è ancora lontano dal compensare le perdite degli ultimi anni.

L’ISTAT martedì ha pubblicato un’analisi che dimostra come anche nel primo trimestre del 2025, come nel corso di gran parte del 2024, i salari reali siano cresciuti, in media: tuttavia, restano ancora inferiori dell’8 per cento rispetto a quelli di gennaio del 2021. Martedì Mattarella ha citato un altro report, quello dell’Organizzazione internazionale del lavoro del 24 marzo scorso, secondo cui i salari reali attuali in Italia sono ancora inferiori a quelli del 2008.

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