Un tribunale rumeno ha sospeso la sentenza con cui la Corte costituzionale aveva annullato il primo turno delle elezioni presidenziali

Călin Georgescu (Andrei Pungovschi/Getty Images)
Călin Georgescu (Andrei Pungovschi/Getty Images)

Con una decisione senza precedenti, molto criticata e quasi certamente inapplicabile, giovedì un tribunale d’appello rumeno ha sospeso l’attuazione della sentenza con cui la Corte costituzionale del paese aveva annullato il primo turno delle elezioni presidenziali dello scorso novembre, vinto a sorpresa dal candidato di estrema destra e filoputiniano Călin Georgescu.

Secondo il tribunale, la sentenza della Corte avrebbe violato i «diritti elettorali fondamentali» di Georgescu, e pertanto andrebbe sospesa. La decisione arriva a pochi giorni dalle prossime elezioni, che inizieranno il 4 maggio.

La sentenza ha ricevuto molte critiche da diversi esperti legali rumeni, che ne hanno evidenziato le molte problematicità e l’hanno definita «un’anomalia giuridica»: le decisioni della Corte costituzionale sono definitive e vincolanti, e non possono essere appellate o annullate da altre corti. Con ogni probabilità, nei prossimi giorni la decisione sarà annullata da una corte di grado superiore.

Alle elezioni di maggio ci sono in tutto 11 candidati. Nei sondaggi è primo George Simion, il leader ultranazionalista dell’Alleanza per l’unità dei romeni (AUR) che ha preso il posto di Georgescu come candidato dell’estrema destra.

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