Un giudice federale statunitense ha ordinato all’amministrazione Trump di tornare a finanziare Voice of America

La targa fuori dalla sede di Voice of America a Washington, negli Stati Uniti
La targa fuori dalla sede di Voice of America a Washington, negli Stati Uniti (AP Photo/Andrew Harnik)

Martedì un giudice federale statunitense ha ordinato all’amministrazione del presidente Donald Trump di tornare a finanziare Voice of America (VOA), l’emittente radiotelevisiva pubblica statunitense che trasmette solo all’estero, e a permetterle di lavorare come fonte mediatica attendibile come previsto dalla legge. Secondo il giudice Royce Lamberth, le iniziative di Trump per smantellare Voice of America e gli altri media pubblici sovrintesi dall’agenzia federale U.S. Agency for Global Media (USAGM) sono probabilmente illegali.

A marzo il presidente statunitense aveva firmato un ordine esecutivo per bloccare le operazioni delle emittenti e costringere al congedo amministrativo 3.500 giornalisti. Come Radio Free Europe/Radio Liberty e Radio Free Asia e altri media, Voice of America fu fondata tra gli anni Quaranta e Cinquanta per rispondere alle propagande nazista e sovietica: di fatto è un organo di propaganda statunitense, ma è sempre stato gestito con princìpi giornalistici indipendenti e garantendo ai propri giornalisti (che sono dipendenti pubblici) una ampia libertà editoriale. Trump però non ha mai apprezzato VOA, ritenendo che fosse troppo schierata a favore dei Democratici.

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