A Terni si è svolto il primo colloquio intimo in un carcere italiano

Venerdì nel carcere di Terni si è svolto il primo colloquio intimo in un carcere italiano. Un detenuto ha incontrato la propria compagna per due ore in uno spazio non controllato dalla polizia penitenziaria e con un letto matrimoniale. Il permesso era stato concesso al detenuto, che aveva presentato un reclamo dopo una prima richiesta rifiutata dalla direzione del carcere, lo scorso febbraio. Lo stesso era accaduto nel carcere di Parma, e i rispettivi magistrati di sorveglianza avevano ordinato poi alle due carceri di attrezzarsi entro due mesi per permettere incontri intimi con le proprie partner.
A gennaio del 2024 un’importante sentenza della Corte costituzionale aveva infatti dichiarato illegittimo il divieto assoluto, fino ad allora in vigore, all’affettività (e quindi anche alla sessualità) in carcere. In assenza di linee guida, la situazione era rimasta però confusa e incerta, soprattutto per quanto riguardava l’allestimento di spazi idonei a questo tipo di colloqui. Una settimana fa il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP), l’ente del ministero della Giustizia che si occupa di carceri, ha pubblicato delle linee guida che dicono che gli spazi idonei dovranno essere individuati dai provveditorati regionali, gli organi periferici del DAP che si occupano delle carceri nelle varie regioni, ma non indica un limite di tempo entro il quale dovranno farlo. I colloqui intimi possono essere chiesti una volta al mese.