Ci sono oltre 3 milioni di auto abbandonate in Italia
E molte di queste potranno essere rimosse e rottamate più facilmente, grazie a una nuova legge

Alla fine di marzo la Camera ha approvato in prima lettura una nuova legge che permetterà ai comuni di liberarsi delle auto abbandonate nei parcheggi e nelle strade: sono circa 3,6 milioni in tutta Italia. I dati arrivano dal PRA, il pubblico registro automobilistico gestito dall’ACI, un grande archivio che contiene tutte le auto possedute dai cittadini italiani. La nuova legge, voluta e approvata da tutti i partiti, modifica alcune procedure relative alla demolizione, in particolare la gestione delle auto sottoposte al cosiddetto fermo amministrativo fiscale.
Il fermo amministrativo fiscale è un provvedimento che permette alle amministrazioni pubbliche – comuni, province, regioni, ma anche l’INPS – di pignorare il veicolo di una persona che ha debiti nei loro confronti. I debiti possono riguardare tasse o multe non pagate. Quando un’auto è sottoposta a fermo amministrativo non può circolare sulle strade e non può essere nemmeno rottamata, perché se è sottoposta a fermo non può essere radiata dal PRA, cioè cancellata dall’archivio. La regola vale anche per le auto abbandonate sottoposte a fermo nonostante il loro valore economico sia basso o spesso nullo.
Per questo motivo negli anni nelle strade di quasi tutti i comuni italiani si sono accumulate auto abbandonate che non era possibile rottamare. A Roma sono 234.369, di cui solo 70mila sottoposte a fermo di recente, relativamente nuove e ancora utilizzabili. La più vecchia è un’auto ferma dal 1984. A Milano sono invece 173.378. L’81 per cento di tutti questi veicoli ha una classe ambientale inferiore a 4, quindi risalgono a prima del 2009.
La nuova legge introduce un nuovo strumento, una “dichiarazione di inutilizzabilità” che permette al veicolo di essere rimosso dal PRA e demolito. La dichiarazione, che di fatto certifica che l’auto è da buttare, deve essere fatta dalla polizia locale.
Entro i sette giorni successivi alla dichiarazione di inutilizzabilità, i proprietari delle auto devono essere informati e se dopo sessanta giorni non si oppongono gli enti locali possono rimuovere l’auto abbandonata dalla strada, e poi rottamarla. La legge dà ai comuni anche la possibilità di rimuovere le auto abbandonate in caso di rischio per la sicurezza delle persone, per esempio quando sono danneggiate.
La dichiarazione di inutilizzabilità può anche essere chiesta direttamente dai proprietari che vogliono cancellare l’auto dal PRA per poi demolirla. In questo caso però la legge dice che con quell’auto non si possono ottenere gli incentivi alla rottamazione, cioè un sostegno economico per l’acquisto di una nuova auto in cambio della demolizione di un modello vecchio più inquinante.
Durante la discussione alla Camera sono stati approvati anche alcuni ordini del giorno che prevedono una deroga all’obbligo della dichiarazione di inutilizzabilità per le auto con più di 10 anni. In questo modo le procedure di rimozione e demolizione sarebbero ancora più veloci. Gli ordini del giorno non sono vincolanti, ma potrebbero essere inseriti nella legge con una modifica durante la discussione al Senato, prima dell’approvazione definitiva.
La nuova legge ha comunque un problema che potrebbe renderla poco efficace: i costi della demolizione sarebbero a carico dei proprietari. Secondo Giuseppe Altieri, responsabile del Centro studi e affari giuridici dell’ANCSA (l’associazione nazionale centri soccorso autoveicoli), è un’illusione pensare che i cittadini che hanno subìto un fermo amministrativo fiscale possano pagare le demolizioni. «Il comune provvederebbe a tutti gli adempimenti necessari, anticiperebbe i costi, per poi doverli recuperare dal cittadino, cosa che non avverrà», ha detto al Sole 24 Ore. Altieri auspica invece che venga fatta una convenzione tra la pubblica amministrazione e i rottamatori per gestire più velocemente la demolizione delle auto.