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  • Mercoledì 16 aprile 2025

In Svezia si sono appassionati alla diretta streaming della migrazione delle alci

Da alcuni anni viene trasmessa dalla tv nazionale, e per tre settimane è vista da milioni di persone

Una delle alci avvistate durante il live streaming (SVT)
Una delle alci avvistate durante il live streaming (SVT)
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Sono migliaia di anni che quando arriva la primavera le alci percorrono gli stessi sentieri tra i boschi e i fiumi della Svezia per raggiungere i pascoli estivi. Adesso questa grande migrazione delle alci svedesi è diventata un’attrazione molto popolare nel paese: dal 2019 esiste infatti una diretta streaming che grazie a più di trenta telecamere permette di seguire a distanza la rotta migratoria degli animali nella zona del fiume Ångerman, nella Svezia centrale.

Come comprensibile, per la maggior parte del tempo ciò che si vede sono immagini di boschi, laghi e foreste innevate, mentre le alci si riescono a individuare solo con molta pazienza e fortuna: forse è proprio tutto questo che motiva milioni di spettatori ogni anno.

Il live streaming si intitola Den stora älgvandringen, che si può tradurre come “la grande migrazione delle alci”, e viene trasmesso su SVT Play, la piattaforma online della tv nazionale SVT. L’ha pensato Arne Nilsson, un 54enne cresciuto nei boschi svedesi che se l’era immaginata come una cosa scherzosa. «Non credevo che avrebbe avuto successo», ha raccontato al New York Times: nel 2024 però gli spettatori erano stati in totale 9 milioni, su una popolazione totale di 10,6.

C’è chi controlla lo streaming appena sveglio, chi ha impostato di ricevere una notifica ogni volta che si vede un’alce e chi lo segue mentre lavora. Esiste un gruppo Facebook con quasi 78mila iscritti che si chiama più o meno “quelli che amano la grande migrazione delle alci su STV”, dove si condividono commenti, aneddoti e, naturalmente, la gioia a ogni avvistamento.

In Svezia vivono circa 300mila alci, ma quelle riprese dalle telecamere posizionate per il live streaming, e che quindi si possono osservare nei video, sono circa un centinaio, ha detto Goran Ericsson, a capo del progetto di ricerca sulle alci dell’Università svedese di Scienze agricole. Nelle parole del produttore di SVT Stefan Edlund, insomma, «trovarle è un po’ uno sport». Uno studente di vent’anni sentito da Associated Press ha detto che guardare il live streaming lo fa rilassare, ma al tempo stesso lo fa stare sulle spine: «E se passa un’alce? Non posso mica andare in bagno!».

L’idea in ogni caso era che il live streaming fosse quanto di più autentico possibile, motivo per cui Edlund ha evitato grafiche d’impatto o qualsiasi cosa gli avrebbe dato un tono troppo sensazionalistico. Non c’è alcun presentatore né musica di sottofondo, ma solo le immagini trasmesse dalle telecamere disposte lungo il percorso. Oltre ai paesaggi della Svezia in primavera si sentono giusto l’occasionale soffio del vento, il cinguettio degli uccelli o il rumore delle alci che si tuffano nei fiumi: com’è successo giusto mercoledì mattina in un avvistamento di gruppo.

Il live streaming dura tre settimane, si può seguire di giorno e di notte e quest’anno è cominciato martedì, una decina di giorni prima del solito, perché le temperature più alte della norma hanno anticipato i tempi della migrazione. È gestito da quindici persone che dopo aver installato 20 chilometri di cavi collegati a 34 telecamere lavorano in una control room a Umeå, circa 600 chilometri a nord di Stoccolma. Il live streaming andrà avanti fino al prossimo 4 di maggio. L’anno scorso le telecamere avevano immortalato 87 alci: nelle prime 24 ore di quest’anno siamo già a 14.

Quello trasmesso dalla SVT non è l’unico programma di questo tipo. Nei Paesi Bassi, a Utrecht, esiste per esempio il live streaming che riprende le acque di un fiume: serve perché il pubblico possa segnalare la presenza di pesci, di modo che gli addetti aprano e chiudano dei cancelli per tenerli sulla rotta della migrazione. In Norvegia invece c’è un programma preregistrato che mostra minuto per minuto viaggi in treno tra Oslo e Bergen, o fino al Circolo polare artico: anche questo è della tv nazionale, NRK, e anche questo è seguito da moltissime persone.

Sono contenuti completamente diversi rispetto a quelli a cui siamo esposti sui social network o su Internet, dove i video sono velocissimi, pieni di informazioni e pensati apposta per attirare l’attenzione di chi li guarda. A detta di Annette Hill, professoressa di media e comunicazione all’Università svedese Jönköping, «diventano stranamente coinvolgenti perché non succede niente di catastrofico né spettacolare»: eppure, in quei momenti «succede qualcosa di bellissimo».

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