Negli Stati Uniti è stato arrestato un altro studente e attivista pro-Palestina, Mohsen Mahdawi

Lunedì lo studente della Columbia University Mohsen Mahdawi, uno degli organizzatori delle proteste pro-Palestina dello scorso anno, è stato arrestato mentre stava facendo un colloquio per ottenere la cittadinanza in un ufficio di Colchester, nello stato del Vermont.
Mahdawi è stato arrestato da un gruppo di agenti in borghese dell’ICE, l’agenzia federale responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione. Dopo l’arresto il suo avvocato ha fatto ricorso presso la Corte distrettuale del Vermont, che ha poi emesso un ordine che impedisce di trasferire Mahdawi fuori dallo stato o di espellerlo dagli Stati Uniti mentre il suo caso viene valutato.
Mahdawi è nato e cresciuto in un campo profughi in Cisgiordania, dove ha vissuto fino al 2014, quando si è trasferito negli Stati Uniti: risiede nel paese grazie a una “green card”, un permesso di soggiorno permanente.
Nelle ultime settimane gli arresti di studenti sono stati una decina, fra cui quelli di Mahmoud Khalil, che a marzo era stato accusato di aver partecipato alle manifestazioni definite dalle autorità «di sostegno a Hamas», e di Rumeysa Ozturk, per le sue attività per la causa palestinese. Il governo statunitense ha inasprito le sue azioni contro le università in cui ci sono state le proteste, giustificando gli arresti con la «lotta all’antisemitismo». Una delle più colpite è stata proprio la Columbia University, che a fine marzo ha accettato di introdurre nuove regole che di fatto limitano la libertà d’espressione e di protesta nel campus, dopo che l’amministrazione statunitense di Donald Trump aveva minacciato di tagliare 400 milioni di dollari di fondi pubblici.
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