La Croce Rossa ha detto che un operatore sanitario palestinese è detenuto in Israele: era insieme ai 15 soccorritori uccisi dall’esercito israeliano a fine marzo

Assad al Nsasrah in una foto pubblicata dalla Mezzaluna Rossa palestinese (X/@PalestineRCS)
Assad al Nsasrah in una foto pubblicata dalla Mezzaluna Rossa palestinese (X/@PalestineRCS)

Domenica il Comitato internazionale della Croce Rossa ha detto che Assad al Nsasrah, un operatore sanitario palestinese, è detenuto in Israele. Al Nsasrah operava nella Striscia di Gaza: lo scorso 23 marzo stava viaggiando insieme a 15 soccorritori che sono stati uccisi dall’esercito israeliano e sepolti in una fossa comune. Il suo corpo però non era stato trovato insieme a quelli degli altri soccorritori, e da quel momento non si avevano più avute sue notizie.

La presenza di al Nsasrah in un centro di detenzione israeliano è stata confermata dall’unico altro soccorritore sopravvissuto all’attacco, Munther Abed (a sua volta arrestato e poi rilasciato) e da un uomo e suo figlio di 12 anni, anche loro arrestati e poi rilasciati nello stesso periodo: tutti e tre hanno detto di aver condiviso la cella con al Nsasrah. La portavoce del Comitato internazionale ha detto di non avere informazioni sulle condizioni di al Nsasrah, né sul perché sia detenuto. A una diretta richiesta del New York Times l’esercito israeliano non ha né smentito né confermato la presenza di al Nsasrah in uno dei suoi centri di detenzione, ma ha risposto che non diffonderà altre comunicazioni ufficiali fino alla conclusione dell’indagine in corso sull’accaduto.

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