Venerdì sera è esploso un ordigno davanti alla sede della principale società ferroviaria greca ad Atene

(AP Photo/Derek Gatopoulos)
(AP Photo/Derek Gatopoulos)

Venerdì sera ad Atene è esploso un ordigno davanti alla sede di Hellenic Train, la società che gestisce il trasporto passeggeri e merci in Grecia e che dal 2016 è privata e controllata dalle Ferrovie dello Stato Italiane. L’esplosione non ha causato feriti, ma solo lievi danni alle vetrate dell’edificio e ai veicoli adiacenti. Secondo quanto riferito dalla polizia l’ordigno era contenuto in uno zaino appoggiato su uno scooter, ed era costruito con un meccanismo a orologeria. L’esplosione è avvenuta alle 20:53 (le 19:53 in Italia) ed era stata annunciata da chiamate anonime ad alcuni media del paese. Al momento non ci sono ipotesi su chi abbia messo l’ordigno, ma sulla vicenda sta indagando anche l’antiterrorismo.

Nelle scorse settimane c’erano state grosse proteste contro il governo e contro Hellenic Train, in concomitanza con il secondo anniversario del disastro ferroviario che nel 2023 causò la morte di 57 persone, principalmente studenti. Dopo due anni non è ancora stato chiarito quale fu la causa dell’esplosione, ma si ritiene che il treno merci trasportasse un non meglio identificato materiale infiammabile illegale. Lo scontro comunque fu causato da un errore umano, anche se si ritiene che le sue conseguenze siano state dovute anche ai problemi strutturali del sistema ferroviario greco, particolarmente obsoleto e con personale insufficiente.

Le principali questioni aperte riguardano gli errori, le inadempienze e i problemi strutturali che portarono i due treni a viaggiare sullo stesso binario e a scontrarsi. Molti sostengono che il pessimo stato delle infrastrutture ferroviarie greche ebbe un ruolo centrale nell’incidente, e che ci siano quindi anche delle responsabilità di natura politica.

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