Il territorio controllato da Israele nella Striscia di Gaza è sempre più grande
La "zona cuscinetto" occupata dai militari israeliani potrebbe avere raggiunto il 50 per cento di tutta la Striscia

L’esercito israeliano sta espandendo in maniera significativa la quantità di territorio che controlla nella Striscia di Gaza, in particolare la “zona cuscinetto” istituita sul confine con Israele e sorvegliata dai militari israeliani. Nell’ultimo anno e mezzo di guerra in questo territorio, che in alcune parti è profondo circa 1 chilometro e in altre arriva fino a 3, Israele ha raso al suolo quasi tutti gli edifici esistenti, tra cui case e scuole, e ha distrutto i campi coltivabili. È una zona in cui non possono accedere i palestinesi.
Secondo Yaakov Garb, docente alla Ben Gurion University (in Israele), oggi quest’area sarebbe pari ad almeno il 50 per cento del territorio dell’intera Striscia di Gaza. L’esercito controlla anche due corridoi militari, quelli di Netzarim a nord e di Philadelphi a sud, e ne sta costruendo un terzo, quello di Morag, sempre a sud.
Le modalità con cui Israele controlla e difende la “zona cuscinetto” sono state descritte in una nuova ricerca condotta da Breaking the Silence, una ong israeliana composta da ex soldati, basata sulle testimonianze di vari militari che in questi mesi hanno combattuto nella Striscia. Le loro affermazioni sono state confermate da vari media, tra cui Associated Press e il Guardian, che hanno parlato con altri soldati, tutti rimasti anonimi.

Fumo si alza dagli edifici di Gaza dopo un bombardamento israeliano (Amir Levy/Getty Images)
«Abbattiamo le case. Tutto è in rovina, ma gli scheletri degli edifici ci sono ancora: noi li abbattiamo in modo che non rimanga più assolutamente nulla, una pila di macerie. È diventato il nostro lavoro quotidiano», ha detto a Breaking the Silence un sergente che ha combattuto a Gaza nel novembre del 2023. Un sergente maggiore che all’inizio del 2024 era a Khan Younis, nel sud della Striscia, ha detto che dopo la distruzione degli edifici la zona di confine somigliava a «Hiroshima», la città giapponese su cui gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica durante la Seconda guerra mondiale.
I militari intervistati hanno dato spiegazioni contrastanti riguardo alle indicazioni precise sull’opportunità o meno di sparare ai civili che provano ad avvicinarsi alla zona: alcuni hanno detto che l’ordine è di uccidere gli uomini adulti, e di «sparare per allontanare» le donne e i bambini. Altri hanno detto che non ci sono regole precise, e chiunque può essere «considerato una minaccia».
Un capitano dell’esercito, attivo nel sud della Striscia tra ottobre e novembre del 2023, ha detto che la linea di confine con Israele è una «zona in cui uccidere» («kill zone»).

Soldati israeliani si posizionano vicino al corridoio Philadelphi, nel sud della Striscia di Gaza e vicino al confine con l’Egitto, a settembre del 2024 (AP Photo/Leo Correa)
Non è chiaro però come la popolazione palestinese dovrebbe sapere dove inizia questa linea di demarcazione, dato che non esiste alcun confine fisico tra la zona cuscinetto controllata dall’esercito e il resto della Striscia. «Questa è davvero una buona domanda», ha risposto un capitano dell’esercito quando Breaking the Silence gli ha chiesto come i civili possano individuare l’area. «Abbastanza persone sono morte o sono state ferite attraversando la linea, quindi non si avvicinano».
Non è chiaro nemmeno quanto a lungo l’esercito israeliano intenda continuare a occupare la zona cuscinetto e in generale le varie zone di Gaza che controlla, né se continuerà a farlo anche dopo la fine della guerra.



