Extinction Rebellion ha denunciato le questure di Brescia e di Roma per le perquisizioni sui suoi attivisti

L'azione di protesta del 13 gennaio a Brescia (Exctinction Rebellion)
L'azione di protesta del 13 gennaio a Brescia (Exctinction Rebellion)

Lunedì il gruppo ambientalista Extinction Rebellion ha fatto sapere di aver presentato due denunce contro la questura di Brescia e quella di Roma per il trattenimento di decine di attivisti fermati dopo due manifestazioni nei mesi scorsi. Secondo il gruppo, in nessuno dei due episodi c’erano i requisiti previsti per legge per portare e trattenere negli edifici della questura gli attivisti, che non si erano opposti all’identificazione da parte degli agenti. Il trattenimento a Brescia era stato particolarmente discusso perché, durante le perquisizioni a cui erano state sottoposte dopo l’azione di protesta, alcune attiviste avevano raccontato di aver ricevuto la richiesta di spogliarsi e fare degli squat: Extinction Rebellion aveva subito parlato di abusi. Le accuse contro la questura sono di perquisizioni arbitrarie e degradanti, sequestro di persona e violenza privata.

Il 13 gennaio dopo una manifestazione davanti alla sede di Brescia della Leonardo, una grossa società pubblica italiana attiva nel settore della difesa, la polizia aveva portato in questura 17 persone, nonostante non ci fossero stati scontri. Le persone erano rimaste in questura circa sette ore. Due giorni dopo Extinction Rebellion aveva pubblicato un video sui social in cui un’attivista raccontava che mentre era in questura le era stato chiesto di spogliarsi, togliersi le mutande e fare tre squat per dei controlli. L’attivista aveva spiegato che questo genere di trattamento era stato usato solo con le donne, e non con gli uomini.

Le loro perquisizioni erano state giustificate in vario modo: nei verbali di polizia visionati dal Post si legge che in un caso viene contestata la “manifestazione non autorizzata”, in altri i reati di resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Nel caso della manifestazione di Roma, organizzata il 22 novembre scorso davanti alla sede del ministero dell’Interno in piazza del Viminale, erano state fermate 75 persone. Gli attivisti avevano occupato con le tende la piazza e vi avevano scaricato quintali di letame.