Salvini ha cambiato versione sul finto inviato speciale di Trump per l’Italia

Ora dice di aver incontrato Paolo Zampolli come semplice «rappresentante della comunità italo-americana»

Matteo Salvini riceve Paolo Zampolli al ministero dei Trasporti, il 25 febbraio 2025 (foto dal profilo X di Salvini)
Matteo Salvini riceve Paolo Zampolli al ministero dei Trasporti, il 25 febbraio 2025 (foto dal profilo X di Salvini)
Caricamento player

Mercoledì 26 marzo il governo ha fornito un chiarimento sul caso di Paolo Zampolli, l’imprenditore italo-americano molto amico del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che a febbraio era stato descritto come l’inviato speciale di Trump per l’Italia, qualifica con la quale lui stesso del resto si presentava. Ma l’esistenza effettiva di quella carica, del tutto anomala, era parsa subito piuttosto dubbia, come in generale tutta la sua vicenda. Anche per questo il Partito Democratico aveva chiesto spiegazioni, in particolare con un’interrogazione della deputata Lia Quartapelle. Mercoledì il ministero degli Esteri, tramite il sottosegretario Giorgio Silli, ha risposto durante la seduta della commissione Esteri.

– Leggi anche: Ci ha chiamato l’inviato speciale di Trump in Italia

I dubbi riguardavano soprattutto un incontro avvenuto al ministero dei Trasporti il 25 febbraio scorso, quando il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini aveva ricevuto Zampolli: con lui aveva parlato di un possibile rafforzamento dei legami commerciali e diplomatici tra Italia e Stati Uniti, della sintonia tra il governo italiano e l’amministrazione di Trump, di futuri eventuali investimenti e progetti comuni. Al termine del colloquio, Salvini ne aveva dato notizia con enfasi sui suoi profili social, dando credito al ruolo di Zampolli: «Incontro cordiale e costruttivo al ministero con Paolo Zampolli, inviato speciale per l’Italia scelto dal presidente Trump», aveva scritto.

Mercoledì scorso il sottosegretario Silli ha spiegato però che la versione ufficiale data da Salvini è un’altra:

Secondo quanto riferito dal ministero dei Trasporti l’incontro tra il ministro Salvini e il signor Paolo Zampolli, richiesto da quest’ultimo e avvenuto il 25 febbraio, è da inquadrare come un incontro di cortesia con un esponente della comunità italo-americana, in cui si è parlato delle prospettive di collaborazione tra i nostri due paesi.

Silli ha poi aggiunto che in quel momento non risultava in alcun modo che l’incarico di inviato speciale fosse stato attribuito a Zampolli, quantomeno non secondo le canoniche procedure diplomatiche seguite in questi casi. «Merita di essere segnalato che a quella data il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti non aveva ricevuto dalla Casa Bianca indicazioni circa il conferimento al signor Paolo Zampolli dell’incarico di Inviato speciale per l’Italia».

Si è dunque chiarito anche ufficialmente che il governo italiano non ha mai ricevuto comunicazioni ufficiali circa l’ipotetico incarico di Zampolli, nonostante questa versione contraddica quella iniziale data da Salvini dopo l’incontro di febbraio. Lo scorso 11 marzo, comunque, Zampolli è stato nominato da Trump inviato speciale «per le partnership globali», un mandato che non ha nulla a che vedere specificamente con l’Italia.