Negli Emirati Arabi Uniti tre persone sono state condannate a morte per il rapimento e l’omicidio del rabbino Zvi Kogan

Un tribunale degli Emirati Arabi Uniti ha condannato a morte tre cittadini uzbeki accusati del rapimento e dell’uccisione del rabbino israeliano Zvi Kogan, avvenuti nel novembre del 2024. Una quarta persona è stata condannata all’ergastolo per aver collaborato all’omicidio. Kogan aveva 28 anni e faceva parte del movimento ebraico chassidico (una corrente ultra-ortodossa dell’ebraismo) Chabad-Lubavitch e gestiva un supermercato kosher (cioè i cui prodotti rispettano le prescrizioni religiose ebraiche) a Dubai, la città più grande degli Emirati.
Kogan viveva negli Emirati da alcuni anni, dopo che nel 2020 il paese aveva normalizzato i propri rapporti diplomatici con Israele con i cosiddetti “Accordi di Abramo”, mediati dal presidente statunitense Donald Trump. Dopo gli Accordi la comunità ebraica degli Emirati è cresciuta, e si stima che oggi conti qualche migliaio di persone. I suoi membri comunque tengono spesso un profilo pubblico basso per timore degli episodi di antisemitismo, che sono aumentati dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 di Hamas contro Israele e l’invasione israeliana della Striscia di Gaza.
Secondo l’intelligence israeliana l’uccisione di Kogan sarebbe stata ordinata dall’Iran, ma l’indagine condotta negli Emirati non ha portato a riscontri ufficiali.
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