L’ex presidente della provincia di Salerno Franco Alfieri, già indagato per corruzione, è stato arrestato per un’altra inchiesta

Franco Alfieri (ANSA/CIRO FUSCO)
Franco Alfieri (ANSA/CIRO FUSCO)

Franco Alfieri, l’ex presidente della provincia di Salerno (Campania) ed ex sindaco di Capaccio Paestum, è stato di nuovo arrestato: è indagato in un’inchiesta per scambio elettorale politico-mafioso insieme ad altre nove persone. Alfieri, del Partito Democratico, era già agli arresti domiciliari da ottobre per un’altra inchiesta in cui è accusato di corruzione e turbata libertà degli incanti (reato che consiste nel forzare l’assegnazione dei bandi pubblici a un’azienda piuttosto che a un’altra). A febbraio si era dimesso dalle sue cariche politiche.

I fatti contestati dalla Direzione investigativa antimafia di Salerno risalgono al giugno del 2019, prima dell’elezione di Alfieri a sindaco di Capaccio Paestum: Alfieri avrebbe fatto un patto con Roberto Squecco (in carcere perché condannato in via definitiva per associazione a delinquere di tipo mafioso) per ottenere voti in cambio della possibilità di tenere uno stabilimento balneare abusivo di cui era titolare, il Lido Kennedy. Nell’accordo sarebbe stata coinvolta anche l’ex moglie di Squecco, Stefania Nobili, all’epoca consigliera comunale. Lo stabilimento era stato sequestrato nel 2019 dal tribunale di Salerno, che lo aveva poi restituito al comune per farlo demolire e riqualificare l’area. Repubblica scrive che, quando il Lido venne abbattuto, Squecco avrebbe commissionato un attentato con una bomba per uccidere Alfieri: il piano però non fu attuato perché gli esponenti dei clan mafiosi non sarebbero stati d’accordo.

Le altre persone indagate sono state arrestate in altri comuni in provincia di Salerno, ed erano già tutte agli arresti domiciliari o in carcere. Sono accusate a vario titolo anche di tentato omicidio ed estorsione aggravate dal metodo mafioso, detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo, e favoreggiamento personale.