La Papua Nuova Guinea ha bloccato per due giorni Facebook, per limitare disinformazione e pornografia

(Carl Court/Getty Images)
(Carl Court/Getty Images)

Il governo della Papua Nuova Guinea, paese insulare dell’oceano Pacifico con 10,4 milioni di abitanti, ha bloccato l’accesso a Facebook nelle giornate di lunedì e martedì: ha detto che è stato un “test” per cercare di mitigare la diffusione tramite il social network di disinformazione, pornografia e contenuti che incitano all’odio. Mercoledì mattina Facebook è tornato disponibile nel paese.

Il blocco è stato imposto dopo che a novembre il parlamento aveva approvato una legge sull’antiterrorismo che dava al governo il potere di monitorare e limitare le comunicazioni online, tra le altre cose. Il blocco è stato molto criticato dai politici dell’opposizione, che lo hanno definito pari a una violazione dei diritti umani. Il governo ha invece difeso la propria decisione sostenendo che la politica ha il dover di proteggere i cittadini da contenuti dannosi. Facebook è il social media più popolare in Papua Nuova Guinea, con circa 1,3 milioni di utenti. Al momento Meta, la società che controlla Facebook, non ha commentato la decisione del governo della Papua Nuova Guinea.