9 persone sono state uccise da un bombardamento israeliano nel nord di Gaza

Secondo organizzazioni e testimoni locali tre erano giornalisti che stavano facendo un sopralluogo per un'organizzazione umanitaria

Il corpo di una persona uccisa dal bombardamento israeliano a Beit Lahiya. (AP Photo/Jehad Alshrafi)
Il corpo di una persona uccisa dal bombardamento israeliano a Beit Lahiya. (AP Photo/Jehad Alshrafi)
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Sabato 9 persone sono state uccise da un bombardamento israeliano con i droni nel nord della Striscia di Gaza: è stato il giorno con il numero di morti più alto dall’inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas a gennaio. Secondo il Palestinian Journalists’ Protection Center, un organo di rappresentanza dei giornalisti palestinesi, tre delle persone uccise erano giornalisti, tra cui Mahmoud Aslim che stava usando un drone per riprendere alcune zone di Beit Lahia, una città distrutta. Era lì per documentare la situazione e verificare la possibilità di allestire un campo per gli sfollati per conto di un’organizzazione umanitaria.

Testimoni e giornalisti hanno confermato a Haaretz e a Reuters che le persone colpite dal bombardamento stavano facendo un sopralluogo per conto della Al Khair Foundation, una ong islamica con sede nel Regno Unito.

L’esercito israeliano (IDF), riporta sempre Haaretz, sostiene invece che Aslim fosse un membro di Hamas che si fingeva giornalista. L’IDF ha identificato anche altre cinque persone uccise, sostenendo che fossero membri di Hamas o del Jihad Islamico, o che operassero sotto copertura. Il drone che stavano manovrando, dice Israele, rappresentava una minaccia per i suoi soldati.

Il bombardamento è avvenuto in un momento particolarmente delicato delle trattative tra Israele e Hamas sul prolungamento del cessate il fuoco, la cui scadenza ufficiale era lo scorso 2 marzo. Israele finora si è rifiutata di procedere con i colloqui per accordarsi sulla seconda fase, in cui dovrebbero essere negoziati il ritiro da Gaza e la fine dei bombardamenti.

Venerdì Hamas ha accettato di liberare l’ostaggio Edan Alexander, soldato 21enne con doppia cittadinanza israeliana e statunitense, in cambio del passaggio alla seconda fase del cessate il fuoco, ma la proposta è stata respinta da Israele, che con il sostegno degli Stati Uniti vorrebbe prolungare la prima fase. Le ostilità non sono formalmente ricominciate, ma gli attacchi di Israele si stanno intensificando. Dalla fine ufficiale del cessate il fuoco, Israele ha bloccato le merci e gli aiuti umanitari diretti a Gaza.