I dipendenti dell’USAID hanno ricevuto l’ordine di distruggere o bruciare decine di documenti riservati

Una manifestazione a favore dei dipendenti di USAID licenziati (AP Photo/Jose Luis Magana)
Una manifestazione a favore dei dipendenti di USAID licenziati (AP Photo/Jose Luis Magana)

Martedì Erica Y. Carr, la segretaria esecutiva ad interim dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), ha chiesto ai dipendenti non ancora licenziati dell’agenzia – che sta venendo in larga parte smantellata dall’amministrazione di Donald Trump – di distruggere un grande quantitativo di documenti riservati e fascicoli personali. Carr ha detto di cominciare utilizzando delle macchine tritadocumenti, e poi di gettare i documenti che restano in sacchi destinati alla combustione «quando le tritadocumenti non saranno più disponibili o avranno bisogno di una pausa». Secondo la legge americana, i funzionari del governo statunitense devono ottenere l’approvazione della National Archives and Records Administration prima di distruggere qualsiasi documento: non è chiaro se Carr l’abbia ottenuta.

L’American Foreign Service Association (AFSA), un sindacato che rappresenta il personale dell’USAID, ha detto che la notizia è allarmante perché i documenti distrutti potrebbero includere informazioni e prove rilevanti nel contesto delle molte cause legali intentate contro l’amministrazione Trump per lo smantellamento dell’agenzia. Trump aveva firmato un ordine esecutivo per «rivalutare tutti i finanziamenti» e sospendere almeno temporaneamente le erogazioni dei fondi della USAID a gennaio, motivando la decisione con generiche accuse di un uso «improprio» di fondi pubblici, usati per «finanziare campagne di sinistra, ideologiche» e di parte. Molti esperti sostengono però che non avesse il diritto di chiudere un’agenzia né di congelare fondi che erano stati istituiti e approvati dal Congresso.