L’allenatrice della Nazionale di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani sarà processata per presunti maltrattamenti contro le sue ex atlete

L'allenatrice della nazionale di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani durante l'udienza del processo sportivo a Milano, 12 maggio 2023
L'allenatrice della Nazionale di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani durante un'udienza del processo sportivo a Milano, 12 maggio 2023 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

Lunedì il tribunale di Monza ha respinto la richiesta di archiviazione per le accuse di maltrattamenti contro Emanuela Maccarani, la responsabile tecnica dell’Accademia di Desio, il centro in cui lei allena la Nazionale di ginnastica ritmica, e ha disposto la sua imputazione coatta: Maccarani dovrà quindi essere processata. Le accuse erano state presentate da due ex atlete della Nazionale, Anna Basta e Nina Corradini, che avevano denunciato maltrattamenti e umiliazioni subìti da adolescenti mentre frequentavano l’Accademia. Oltre a Maccarani era stata accusata anche la sua assistente Olga Tishina, ma per il suo caso il tribunale ha accolto la richiesta di archiviazione.

Per Maccarani e Tishina era stata aperta anche un’inchiesta della giustizia sportiva: il processo sportivo si era concluso alla fine del 2023 con l’assoluzione di entrambe. Tuttavia a dicembre del 2024 il procuratore generale del CONI aveva deciso che il processo sportivo sarebbe stato rifatto, ritenendo che fosse stato condotto in modo iniquo.

Rifiutando la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura (che rappresenta l’accusa) il tribunale di Monza ha disposto per Maccarani l’imputazione coatta, cioè un provvedimento con cui impone alla procura di chiedere il rinvio a giudizio delle persone indagate. A questo punto verrà nominato un giudice per l’udienza preliminare (GUP) che dovrà decidere se disporre l’inizio del processo o, più raramente, emettere una sentenza di non luogo a procedere, con cui stabilisce di non fare il processo.