La giunta militare in Myanmar dice che indirà le elezioni tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026

Il generale Min Aung Hlaing, capo della giunta militare militare che governa in Myanmar dal colpo di stato del 2021, ha detto di avere intenzione di indire «libere ed eque» elezioni a dicembre del 2025 o, al più tardi, a gennaio del 2026. A suo dire, 53 partiti avrebbero già presentato le liste per partecipare.
I birmani non votano dalla fine del 2020, quando il partito della premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi ottenne abbastanza seggi in parlamento per formare un governo. La leader di fatto del paese venne però estromessa dai militari pochi mesi dopo. Negli ultimi quattro anni la giunta ha prorogato diverse volte lo stato di emergenza per posticipare le elezioni, che si sarebbero dovute tenere nel 2023. L’ultima era stata a gennaio.
Nonostante le dichiarazioni del generale, su cui pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale, è difficile pensare che le elezioni potranno essere libere, dato che la giunta ha già sciolto decine di partiti dell’opposizione, incluso quello di Aung San Suu Kyi. Dal colpo di stato inoltre è in corso un violento conflitto civile, che è stato represso con la forza: sono stati uccisi almeno 6mila civili, secondo stime citate dell’Onu, e arrestate decine di migliaia di persone.


