La famiglia Sackler e Purdue Pharma hanno accettato un patteggiamento da 7,4 miliardi di dollari per la crisi degli oppioidi

I legali dell’azienda farmaceutica Purdue Pharma e della famiglia Sackler, che la possedeva e controllava, hanno accettato di pagare una cifra totale di 7,4 miliardi di dollari in un patteggiamento nella causa per la cosiddetta crisi degli oppioidi, legata all’uso di un suo farmaco, l’Oxycontin. L’accordo chiuderebbe un enorme processo che vede fra i querelanti 14 stati americani, migliaia di governi locali, centinaia di tribù di nativi e 140mila persone vittime della dipendenza dal farmaco: deve però essere ancora approvato da gran parte delle vittime e dalla corte.
Nel 2024 la Corte Suprema statunitense aveva respinto un precedente accordo di patteggiamento dopo anni di processi e trattative legali, perché prevedeva che i membri della famiglia Sackler ricevessero un’immunità da azioni legali future. Il nuovo accordo aumenta di circa un miliardo la cifra che verrà pagata: 6,5 miliardi di dollari dalla famiglia, 900 milioni dall’azienda. Secondo il New York Times prevede però che circa 800 milioni di euro vengano accantonati per le spese legali che l’azienda potrebbe dover sostenere, e che gli stati possano prenderli dopo cinque anni se non ci saranno nuove cause.
A partire dalla fine degli anni Novanta un grande numero di persone era diventato dipendente dall’Oxycontin dopo che era stato pubblicizzato aggressivamente come farmaco antidolorifico che non dava problemi di dipendenza. Migliaia di statunitensi ne divennero dipendenti e dal 1999 le morti per overdose da farmaci negli Stati Uniti sono state frequentissime: si stima che siano state 700mila in vent’anni, in buona parte legate proprio agli oppioidi.
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