È stato arrestato il capo di stato maggiore dell’esercito sudcoreano, che aveva coordinato l’attuazione della legge marziale

Martedì è stato arrestato il capo di stato maggiore dell’esercito sudcoreano, il generale Park An-su, per abuso di potere e per aver partecipato ad attività insurrezionali. Nelle concitate ore in cui era stata in vigore la legge marziale imposta dal presidente Yoon Suk-yeol, nella notte tra il 3 e il 4 dicembre, Park era stato nominato a capo della sua attuazione. Il mandato d’arresto è stato emesso da un tribunale militare. Park è la quinta persona a essere arrestata per i fatti di quella notte, insieme all’ex ministro della difesa Kim Yong-hyun e ad altri quattro generali dell’esercito. Park era stato precedentemente sospeso dall’incarico insieme ad altri comandanti.
Il presidente Yoon Suk-yeol aveva dichiarato la legge marziale lo scorso 3 dicembre, sospendendo alcune delle principali attività democratiche nel paese (le attività del parlamento, il diritto allo sciopero e all’assemblea, la stampa libera). Il tentativo di svolta autoritaria era però durato meno di sei ore, perché il parlamento era subito riuscito a votare per l’annullamento, incontrando poca resistenza da parte dell’esercito che aveva circondato l’edificio. C’erano state grosse manifestazioni di piazza, proseguite anche nei giorni successivi come proteste contro il presidente Yoon. Su di lui era stata poi aperta un’indagine per insurrezione e tradimento e il 14 dicembre il parlamento ha approvato l’apertura di una procedura di impeachment nei suoi confronti: in seguito è stato sospeso e sostituito dal primo ministro Han Duck-soo, che è stato nominato presidente ad interim.