Shigeru Ishiba rimarrà primo ministro del Giappone, con un governo di minoranza

Shigeru Ishiba viene applaudito in aula dopo essere stato rieletto primo ministro, l'11 novembre a Tokyo
Shigeru Ishiba viene applaudito in aula dopo essere stato rieletto primo ministro, l'11 novembre a Tokyo (AP Photo/Eugene Hoshiko)

Lunedì Shigeru Ishiba è stato rieletto primo ministro del Giappone dalla camera bassa del paese, nonostante alle elezioni del 27 ottobre il suo Partito Liberal Democratico (PLD, conservatore) avesse perso la maggioranza assoluta che deteneva ininterrottamente dal 2012. Il PLD esprimerà quindi un governo di minoranza, insieme agli alleati del piccolo partito buddista Komeito. Seppure complessivamente l’opposizione avesse più seggi di PLD e Komeito (su 465 totali), nella votazione si è divisa: sette partiti minori hanno presentato un loro candidato primo ministro e così alla fine Ishiba ha preso 221 voti, contro i 160 di Yoshihiko Noda, il leader del Partito Costituzionale Democratico (PCD) di centrosinistra che è la principale forza dell’opposizione.

Il primo ministro è stato eletto con un voto della camera bassa proprio perché nessuno schieramento aveva la maggioranza: per la prima volta in trent’anni è servito un ballottaggio. Il PLD governa dalla fine della Seconda guerra mondiale, con due piccole eccezioni (nel 1993-1996 e nel 2009-2012). Ishiba era diventato primo ministro a inizio ottobre dopo le dimissioni del suo predecessore, Fumio Kishida, e aveva convocato le elezioni in anticipo sulla scadenza della legislatura, a fine 2025, per cercare di dare legittimità alla sua nuova leadership, indebolita da scandali su presunti fondi politici irregolari. Per far approvare i suoi provvedimenti, il nuovo governo avrà bisogno del sostegno di almeno un partito dell’opposizione. Ishiba ha avuto colloqui con Yuichiro Tamaki, leader del Partito Democratico per il Popolo centrista che ha 26 seggi, che però non l’ha sostenuto nella votazione in parlamento.

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