Juraj Cintula ha detto di aver sparato al primo ministro slovacco Robert Fico perché non approvava le politiche del governo

L'ospedale dove è ricoverato Robert Fico (Foto Epa/Martin Divisek)
L'ospedale dove è ricoverato Robert Fico (Foto Epa/Martin Divisek)

Juraj Cintula, l’uomo di 71 anni accusato di aver sparato e ferito gravemente il primo ministro slovacco Robert Fico il 15 maggio scorso, ha detto ai giudici che si stanno occupando del caso che non avrebbe avuto l’obiettivo di uccidere il primo ministro, ma di «danneggiare la sua salute» in modo tale da impedirgli di portare avanti politiche con le quali non era d’accordo, come l’interruzione dell’invio di aiuti militari all’Ucraina. Queste informazioni provengono da un documento con cui il tribunale ha richiesto la custodia cautelare di Cintula, e che è stato reso pubblico.

Secondo i documenti del tribunale, Cintula ha detto di sentirsi «impotente e frustrato per lo stato della società» in seguito ai cambiamenti introdotti dal governo populista di Fico da quando è diventato nuovamente primo ministro lo scorso ottobre. In particolare ha detto che avrebbe deciso di agire perché vorrebbe che il paese fornisse «assistenza militare all’Ucraina» e che considera l’attuale governo «un Giuda nei confronti dell’Unione Europea».

L’attacco a Fico è stato compiuto all’uscita da un incontro tra i membri del governo slovacco nella cittadina di Handlová, 180 chilometri a nord-est della capitale Bratislava. Immediatamente dopo l’attacco Fico è stato caricato in auto dagli agenti del suo servizio di sicurezza ed è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Banská Bystrica, a una trentina di chilometri da Handlová. Le sue condizioni di salute sono ritenute serie ma stabili e l’ultimo intervento chirurgico avrebbe aumentato le possibilità di un recupero.

Cintula ha detto anche di essere in disaccordo in particolare con l’abolizione dell’Ufficio del procuratore speciale, che si occupava di casi di criminalità politica e organizzata, e «con la persecuzione dei lavoratori della cultura e dei media». L’uomo avrebbe deciso di agire solo due giorni prima, il 13 maggio, per «vendicarsi di questo governo per le sue politiche ferendo il primo ministro» con una pistola che possedeva legalmente dal 1992. Secondo quanto si legge sul documento Cintula ha detto di aver sparato da una distanza ravvicinata sapendo di poter uccidere Fico, ma di essere pronto a correre il rischio perché «è socialmente sensibile e le cose che accadono nella società lo irritano molto».