È stato incriminato l’uomo che aveva usato una simulazione della voce di Joe Biden creata con l’intelligenza artificiale per fare delle chiamate elettorali

biden con una mano sulla fronte
Joe Biden, il 15 luglio 2019 (Justin Sullivan/Getty Images)

Il procuratore generale del New Hampshire, negli Stati Uniti, ha annunciato che è stato incriminato Steven Kramer, l’uomo che aveva usato una simulazione della voce del presidente statunitense Joe Biden creata con l’intelligenza artificiale per contattare gli elettori del Partito Democratico nello stato. Nelle chiamate la finta voce del presidente, lui stesso un Democratico, esortava gli elettori a non votare alle primarie del partito nello stato, per le elezioni presidenziali.

Kramer è un consulente politico del Partito Democratico, e aveva ammesso a febbraio di aver organizzato le chiamate. È stato incriminato di sei coppie di capi di accusa, una per ogni chiamata che ha fatto: impersonamento di un candidato, e ostacolo al diritto di voto (un reato più grave del primo). Sempre giovedì la Federal Communications Commission, un’agenzia del governo statunitense, ha multato Kramer per sei milioni di dollari per aver violato le leggi statunitensi sulle telecomunicazioni.

Il messaggio con la finta voce di Joe Biden era stato commissionato da Kramer a un prestigiatore itinerante ed esperto di tecnologia, Paul Carpenter, che aveva usato uno strumento basato su un sistema di intelligenza artificiale. Carpenter ha detto che non era al corrente dell’uso che Kramer voleva fare del messaggio, e non è stato incriminato.

– Leggi anche: Per ora il grosso problema delle intelligenze artificiali sono le allucinazioni