La Commissione europea ha multato Mondelez, l’azienda che possiede il marchio Toblerone, per aver ostacolato i commerci nell’Unione

Un biscotto Oreo e del cioccolato Toblerone fotografati davanti al logo di Mondelez International (REUTERS/ Dado Ruvic/ Illustration)
Un biscotto Oreo e del cioccolato Toblerone fotografati davanti al logo di Mondelez International (REUTERS/ Dado Ruvic/ Illustration)

La Commissione europea ha multato per 337,5 milioni di euro Mondelez International, la multinazionale statunitense che possiede tra gli altri i marchi di cioccolato Toblerone e Milka e i biscotti Oreo. Secondo le indagini della Commissione, l’azienda avrebbe ostacolato gli scambi e la vendita dei propri prodotti tra alcuni stati membri dell’Unione europea, in violazione dei regolamenti in vigore sulla concorrenza.

In vari periodi compresi tra il 2006 e il 2020 Mondelez aveva stipulato «accordi anticompetitivi o pratiche coordinate» che per la Commissione erano «orientate a limitare il commercio transnazionale di vari prodotti di cioccolata, biscotti e caffè»; aveva inoltre «abusato della propria posizione dominante in certi mercati nazionali per quanto riguarda la vendita delle tavolette di cioccolato». In particolare, l’azienda si sarebbe rifiutata di rifornire un distributore in Germania per impedire la vendita di cioccolato in Austria, Belgio, Bulgaria e Romania, dove i prezzi erano più alti; avrebbe inoltre smesso di fornire questi prodotti nei Paesi Bassi per impedire l’esportazione in Belgio, dove Mondelez vende i propri prodotti a prezzi più elevati.

La Commissione ha ricordato che generalmente all’interno di uno stesso mercato, come quello dell’Unione europea, i distributori tendono ad acquistare i prodotti dove i prezzi sono più bassi per poi venderli dove sono più alti, con il risultato di farli abbassare anche lì. Secondo la Commissione le «pratiche illegali» adottate da Mondelez avrebbero invece permesso all’azienda di continuare a far pagare di più i propri prodotti in certi paesi dell’Unione, a scapito dei consumatori. Visto che l’azienda ha rispettato le procedure di cooperazione e «ha espressamente ammesso le proprie responsabilità» per la violazione delle regole sulla concorrenza, la Commissione ha ridotto la sanzione prevista in origine del 15 per cento.

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