A Viterbo è stato arrestato il presunto capo di una grossa organizzazione criminale turca

L'arresto di Barış Boyun, presunto capo di un'organizzazione criminale turca (ANSA/MAX VISMARA)
L'arresto di Barış Boyun, presunto capo di un'organizzazione criminale turca (ANSA/MAX VISMARA)

Mercoledì mattina a Bagnaia, frazione di Viterbo, è stato arrestato e portato in carcere Barış Boyun, il presunto capo di una grossa organizzazione criminale turca, nell’ambito di una più ampia operazione che ha portato ad altri 13 arresti di cittadini turchi in varie parti d’Italia e tre all’estero. Le persone coinvolte sono accusate di reati che includono associazione a delinquere, banda armata, detenzione illegale di armi ed esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Boyun si trovava agli arresti domiciliari da circa un anno per possesso illegale di un’arma. L’indagine per cui è stato arrestato mercoledì, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia (DDA) di Milano, si basa in gran parte sulle intercettazioni ambientali registrate in casa sua, in cui avrebbe organizzato con i suoi collaboratori vari tipi di attività illegali. Fra queste ci sarebbero la tratta di esseri umani e il traffico di armi, ma anche l’organizzazione di attentati e omicidi in Turchia e in Germania contro gruppi criminali rivali e lo stato turco (fra cui sarebbe esistito un legame, secondo Boyun).

Boyun era già stato arrestato a Rimini nel 2022 per un mandato di arresto internazionale emesso dalla Turchia, dove era ricercato per il suo presunto coinvolgimento in un’organizzazione ritenuta responsabile fra le altre cose di 19 fra omicidi o tentati omicidi. Al tempo i giudici italiani avevano rifiutato la richiesta di estradizione, come accade di frequente per l’assenza di garanzie contro torture e trattamenti inumani nel sistema penale turco, e quindi Boyun era stato rilasciato. In seguito era stato arrestato nuovamente e messo agli arresti domiciliari per possesso illegale di armi da fuoco.

Boyun sostiene di essere perseguitato dal governo turco in quanto di curdo e sostenitore di organizzazioni filo-curde. Il governo turco è da decenni in conflitto con la grossa minoranza curda che abita principalmente il sudest del paese.

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