L’apertura dei tre centri italiani per migranti in Albania è stata rinviata

Un gruppo di migranti arrivati a Lampedusa
Migranti arrivati autonomamente a Lampedusa, il 3 aprile 2024 (ANSA/ ELIO DESIDERIO)

L’apertura dei tre centri per l’accoglienza dei migranti in Albania, previsti dall’accordo firmato tra il governo italiano e quello albanese all’inizio di novembre, è stata rinviata. Il bando di gara per la loro gestione, pubblicato lo scorso marzo dal ministero dell’Interno, diceva che avrebbero dovuto essere operativi dal 20 maggio, ma non sarà possibile perché due delle strutture non saranno ancora pronte: il Genio militare sta ancora lavorando per realizzarle.

Una delle tre strutture si trova nei dintorni del porto di Shengjin, circa 70 chilometri a nord di Tirana: lì dovrebbero svolgersi le procedure di sbarco e di identificazione. Le altre due invece sono in costruzione a Gjader, venti chilometri più a nord e nell’entroterra, e sono quelle per cui ci sono stati dei problemi. Il ritardo nei lavori è dovuto alle caratteristiche geologiche dei siti in cui si stanno edificando le strutture: richiedono perizie e lavori di messa in sicurezza che inizialmente non erano stati previsti, dicono fonti all’interno dei ministeri della Difesa e dell’Interno. Delle due strutture di Gjader, una sarà dedicata all’accertamento dei presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale e potrà ospitare al massimo 880 persone, mentre la seconda sarà di fatto un centro di permanenza per il rimpatrio (CPR), con una capienza massima di 144 persone.

È invece stato assegnato l’appalto per la gestione delle strutture: per 24 mesi se ne occuperà la cooperativa Medihospes.